DEMOGRAFIA
di Claudio Casadei
La briglie sfrenate a un edilizia selvaggia e mal governata hanno portato un comune tra i più “poveri” e meno aiutati della provincia a raddoppiare la propria popolazione. Oltre ai possessori di appartamenti, affittati a prezzi altissimi per i servizi della zona, non si incontrano altri abitanti favorevolmente impressionati dalla nuova realtà.
Ma volenti o nolenti ormai la San Clemente polmone di sviluppo per la vicina costa, parte integrante della città globale, fulcro dello sviluppo della Valconca, tutte parole e progetti che vengono da una dispersa sinistra e mai mantenute fino al penultimo presidente della provincia di Rimini.
Lui, purtroppo, le ha mantenute: San clemente è parte integrante della città globale, praticamente è la sua periferia. Il comune di San Clemente ed in particolare la frazione di Sant’Andrea sono solo un dormitorio. Accade spesso che vicini di casa si conoscano casualmente sul posto di lavoro!
C’è un emblema dello sviluppo di questo comune. E’ la piccola casa ai bordi della Riccione-Tavoleto comprata e ristrutturata fino a diventare una villetta. L’arroganza speculativa dei “grandi costruttori” e la distratta complicità di certi amministratori l’ha poi soffocata con uno sviluppo edilizio illogico e per nulla moderno. Per capirlo basterà allungare l’occhio dietro a quella villetta e notare la via d’accesso al più recente quartiere di Sant’Andrea. La strada costeggia il muro speriamo molto solido, di uno dei nuovi palazzi. Diventa facile poi comprendere la tristezza di quel cartello vendesi da troppo tempo esposto sul cancello di quella bella casa.
Tutto questo ha sicuramente una giustificazione legale, ma ne avrà anche una etica? Nonostante tutto però in questo comune si chiede a si discute ancora solo per le concessioni edilizie: in nome degli appartamenti sul proprio terreno si formano liste e opposizioni cattive, si assiste alle più grottesche conversioni ideologiche ed alle più squallide riapparizioni politiche.
Nel territorio di San Clemente intanto ci sono strade che hanno raggiunto un livello di degrado allarmante. Forse le buche serviranno a sostituire i rallentatori che invece spuntano come funghi con notevole soddisfazione delle officine meccaniche e roboanti imprecazioni degli automobilisti: per entrambe le ragioni naturalmente.
I parcheggi sono evidentemente insufficienti ma chiederne di nuovi è da illusi; i ponti non si finiscono per colpa di Sip ed Enel, oppure per mancanza di chiarezza negli accordi con i costruttori.
I parchi, se non diventano proprietà privata, diventano territorio di piccoli barbari e nessuno pensa più ai “parchi insieme”. La viabilità resta sempre la stessa degli anni ’60, però è meglio non farsi illusioni perché i soldi sono finiti e non si può fare nulla fino al nuovo bilancio. La scuola inaugurata ieri ha sempre bisogno di un ritocchino, l’asilo nido è insufficiente e i servizi sociali hanno la fila di persone a chiedere aiuto per le bollette o per il pane. Ma niente paura: qui non si vive nel peggiore dei gironi danteschi.
Ci sono cose belle che vengono realizzate, come le mura ristrutturate del castello e l’ospitalità alla Accademia Pugilistica Valconca e chissà quanto altro ancora. Poi ci sono altre realtà che funzionano: aziende importanti, la Ceramica del Conca, la Mec3 realtà straordinarie che danno lavoro e ricchezza a cui deve andare l’attenzione degli amministratori. C’è gente laboriosa, gente onesta e per l’anno nuovo la speranza è che arrivi la carica dei cinquemila. Tutti che remano nella stessa direzione e fregano la crisi, gli speculatori e le caste inconcludenti e parolaie.