La sala del Consiglio Comunale di Pesaro ha ospitato la cerimonia per l’assegnazione del Premio “Sara Levi Nathan” a Giuseppina Catalano. È l’ultimo di un serie di riconoscimenti che la nota professionista ha ricevuto durante la sua opera presso l’Ospedale di Pesaro dove ha introdotto ed applicato innovative ed efficaci terapie contro i tumori. La motivazione del riconoscimento individua, tra l’altro, in Giuseppina Catalano “una donna tenace e propositiva, che si è spesa professionalmente ed umanamente per curare ed aiutare i suoi pazienti, ed i loro familiari, ad affrontare la dura sfida che comporta la lotta alle malattie oncologiche”. E Pesaro le ha espresso riconoscenza “per aver donato alla città il suo sapere al servizio del volontariato e per l’alto senso civico e il suo proficuo impegno nella politica locale”. Infatti, la Catalano si è a lungo prodigata in una intensa attività sociale a sostegno del prossimo giungendo a ricoprire i ruoli di Vice Sindaco e di Assessore alle politiche sociali. Rivelando, ancora una volta, il suo spirito nobile e generoso, la dottoressa si è rivolta ai numerosi amici, colleghi ed estimatori presenti affermando: “Se alzo gli occhi vedo tutta la mia vita professionale, con la presenza di persone senza le quali non sarei riuscita a fare nulla. Tutti diversi, ma tutti fatti di amore e passione per la medicina e per i pazienti”.
Ebbene, se come concittadino rendo onore a Giuseppina Catalano per gli alti meriti acquisiti nel prendersi cura del prossimo, come presidente emerito del Conservatorio Rossini, in particolare, aggiungo sentimenti di diretta gratitudine alla grande professionista la quale, durante la mia gestione, ha affiancato alle giornate celebrative della Lega contro i Tumori da lei diretta, i concerti degli allievi del Conservatorio ai quali, accanto alla preparazione musicale, è stata offerta occasione di riflessione sulla complessità della vita e dei suoi problemi con ciò concorrendo anche all’arricchimento del percorso di maturazione civica e spirituale della loro personalità. Compito che ogni istituto di istruzione, oltre ad impartire i propri specifici insegnamenti, non dovrebbe mai trascurare. Peraltro, ho già avuto modo di rilevare che il solo collegamento di un concerto a situazioni umane difficili evidenzia un altro aspetto del ricco potenziale di cui dispone la musica a sostegno dell’uomo: per le riflessioni ed i sentimenti di solidarietà che essa tende a suscitare. In seno al Conservatorio Rossini dove è stata promossa attenzione per l’operato della Lega Italiana per la lotta contro i Tumori (LILT), hanno trovato animazione anche altre iniziative, come il progetto “Earth to the Earth”. Il Conservatorio “Rossini” ha offerto da tempo, senza attendere siccità e disastrose alluvioni, il suo contributo per sensibilizzare studenti, docenti ed opinione pubblica sulla necessità di salvaguardare il pianeta Terra dall’inquinamento e da tutti i fattori di distruzione provocati da una errata strategia di promozione economica. Memorabile, tra l’altro, il concerto della Orchestra di Fiati del Conservatorio Rossini diretta da Michele Mangani nel 2008 al Quirinale, presente il Presidente della Repubblica, in occasione dell’ “Anno Internazionale del Pianeta Terra” promosso dall’O.N.U.
Che cosa c’entra l’ambiente con i concerti a sostegno della LILT? In verità la connessione è stretta se si considera quale rilevanza abbia il degrado dell’ambiente nella insorgenza dei tumori. Così, dunque, il cerchio si completa. Il suo momento di sutura è proprio la musica, via elevata di richiamo sia verso chi soffre, sia verso le cause prime che spesso sono alla radice di quelle sofferenze. Il Conservatorio Rossini, dunque, con le sue produzioni, ha sollevato un arco vasto di questioni da cui l’ascoltatore riflessivo non può non restare coinvolto. Sicché, alla “ricreazione della mente” (finis della musica secondo Bach), si affiancherà l’attenzione su aspetti pratici quali, per restare a fatti evidenti a tutti, la dissennatezza con cui si usano concimi, si trascurano il territorio ed i suoi fiumi, si gestiscono le fabbriche, si incrementa ovunque una edilizia devastante, che ammassa abitazioni e traffico invece di diradarli. Decenni e decenni fa, una casa sulla via di transito era considerata un grande vantaggio. Oggi, molti avvertono i disturbi dell’inquinamento ambientale ed acustico e quindi, ciò che a suo tempo era ambìto, ora viene rifiutato. Ma la repulsione sarebbe maggiore – incidendo sulla qualità dell’offerta del mercato edilizio, oggi “trangugiata” alla cieca – se fosse messo consapevolmente in conto il pericoloso inquinamento dell’aria per il quale le vie di transito, ricolme di automezzi, sono vere e proprie bombe a scoppio differito. L’aria malata è presupposto per patologie che emergeranno negli anni intaccando polmoni, gola, fegato, sangue, con insorgenza di situazioni strazianti ed anche con onerosi impegni aggiuntivi del Servizio sanitario nazionale per i quali nessuno è chiamato a rispondere: nell’indifferenza, se non nella connivenza, di vari livelli di autorità che dovrebbero meglio vigilare e meglio valutare le conseguenze della assenza di lungimirante prevenzione. E dinanzi a tutto ciò, l’opera, l’esempio e l’insegnamento di Giuseppina Catalano, suonano come monito a tenere comportamenti privati e pubblici più avveduti. Suggeriva Beethoven che compito dell’arte è quello di creare la pace e alleviare le sofferenze dell’uomo. Ma non avrebbe mai immaginato come oggi l’uomo sia così tenace nel procurarsele.
*Presidente Emerito
del Conservatorio Statale Rossini