In parte storici e studiosi conoscono origini e provenienza degli strumenti usati e la loro musica per suonare il LISCIO: dai romani il SALTARELLO, la MAZURKA dalle verdeggianti valli balcaniche e slovacche, il WALZER danubiano, GALOP, le origini discusse, se francesi galop o tedesche da Hopser (salto-ballo) a noi semisconosciuto, non ai grandi musicisti e coreografi. Lo Schiaccianoci e un Galop Infernal, ballata del compositore tedesco Offenbach, Galop anche le composizioni di Nino Rotai, Raimond Marenco, autore di grandi balli italiani. QUADRIGLIA, danzata da contadini francesi nel settecento, poi sviluppatosi nel 900, aggiuntasi altre espressioni folkloristiche Inglesi e Americane con musiche Jazz e altre espressioni musicale, trasformando anche il ritmo della sua provenienza. Famose le quadriglie al pianoforte di Paolo Conte.
POLKA, ballo dei contadini polacchi e Cechi fu scoperta diventando il loro inno nazionale; danza musicata con pianoforte e archi da un maestro di musica di Moravia Jose Neruda osservando una contadinella ballando girandosi su stessa. Kurt Sachs, studioso delle origini sonore occidentali, afferma, che questa danza abbia origine primitive di gruppo, con quantità di ballerini illimitata con balli a circolo, simbolo dei popoli tribali, connessi alla magia. Con i sui movimenti frizzanti e vivaci, cosa curiosa come in tanti balli polacchi, deriverebbe dal trotto dei cavalli, con armonici movimenti arrivando poi in Russia, Ungheria e Germania, voluta dal Re Augusto II. Arriva poi con rifugiati politici polacchi a Parigi. Gli studiosi dicono, che una loro principessa anche rifugiata, nei lussuosi saloni con la borghesia e artisti locali, la ballavano con organetto, zampogne e piccolo flauto durante feste anche nello storico Hotel Lambert. Quindi giunse anche ai grandi musicisti nel periodo di trasformazione sociali di fine ottocento. Era di obbligo intellettuale, inserire anche musica con movimenti da balli del popolo con orchestre sinfoniche e pianoforte, Chopin, Tschaikovskj, Strauss con il Walzer, Shostakovich, pianista e compositore russo, entusiasta del GALOP musicandolo in molte sue sinfonie. Adorno compositore e filosofo della musica, analizza con i suoi saggi la funzione della musica nella società moderna. Affermando l’inserimento con la musica colta, progresso e consumismo, le classi popolari e contadine verrebbero derubati del loro importantissimo patrimonio culturale e antropologico e comunicativo, cosa in parte avvenuta. Ma queste musiche e balli popolari non scompaiono al popolo.
Il SALTARELLO, ballo dinamico, erotico del 14 secolo, poi trasformatosi in altre simili danze popolari, guardato con turbamento e pregiudizio del Vaticano. Veniva ballato negli incontri rurali in cuocenti mesi estivi, nelle aie delle valli del Santerno, durante la trebbiatura. Ragazze prosperose con movimenti ai tempi provocanti: nel nostro tempo apparirebbero come semplici movenze in un collegio di suore, di timide giovani studentesse, impacciate. Ma per i giovani trebbiatori era bello vederle e osservarle, magari una di loro potesse raccogliere il desiderio di fidanzamento, le loro mamme o nonne erano attente con lo sguardo velato, che non succedesse, mentre con il ballo simboleggiante la molitura del grano con piedi, abbronzate e muscolose vellutate gambe dalla fatica.
La POLKA, danza di origine Boema, in Italia questa musica veniva ascoltata nelle chiese. Suonata con organo, influenzata dal famoso organista Ceco Josef Neruda, padre di dieci figli, tutti ottimi musicisti, referente anche del immortale Verdi. Nei paesi dove veniva già ballata, allegra, vigorosa, brillante, si incomincio nel toccarsi il corpo, nel girare non più ritenuta oscenità. Con la già avvenuta del walzer austriaco di Strauss figlio e Lanner, ballo anche esso popolare, tedesco e austriaco, nel 700 chiamato Wolta poi Walzen infine Walzer Viennese. Nel romanzo del giovane Werther di Goethe, personaggio fondamentale, cambia accostatosi alla corrente Sturm und Drang e alla letteratura moderna, dopo aver partecipato ad una festa si innamoro di Charlot, mentre ballava il Walzer.
Si arriva al LISCIO con il violinista Carlo Brighi, sopranominato ZECLEN, e lui capostipite del popolare LISCIO. Figlio di contadini, nato sul Rubicone nel 1853, autodidatta, aiutato poi da sconosciuti ma bravissimi maestri, suonando anche in concerti operistici. Fu scoperto e apprezzato addirittura da Toscanini. Dopo il 1890 non si impegna più con musica colta, si concentra solo nelle musiche da ballo, in case, piazze contadine, teatri, circoli in zone della Romagna con Walzer, Mazurka, Polka, Saltarello, Quadriglia e Galop. Le già citate danze, trasformandole con degli sconosciuti orchestrali con altri ritmi. Successore un suo allievo violinista, SECONDO CASADEI. Brighi trasferitosi nel suo capannone a Bellaria iniziò con Festival di balli, diventata Balera del LISCIO. Non si conosce esattamente la storia politica di questo pittoresco personaggio. Si dice, che sia stato organizzatore e processato per aver partecipato al congresso non autorizzato di Forli, del partito socialista rivoluzionario. Sempre presente con la sua musica ad incontri di protesta del partito. Considerato il padre del LISCIO. In Romagna, come documentato nelle mie piccole ricerche, si comprende, perché è un popolo ballerino. Negli anni 30, alberghi lussuosi della Rimini bene, ormai in partenza per altre conquiste turistiche, divennero gelosi punti di incontro della borghesia Italiana, intellettuali scrittori, gerarchi, anche lo stesso Mussolini e ricchi proprietari terrieri partecipano nelle lunghe notti si divertivano ballando le musiche del maestro ZECLEN. Poi la guerra cambio le loro mode. Arrivarono i soldati americani con nuove musiche, alcune il LISCIO le introdusse. Gli anni sessanta, portarono il liscio tra le masse.
Arriva il boom. II LISCIO viene sempre più ballato, nelle piazze, balere, spiagge, arrivando anche in altre regioni italiane e estere. Il mondo del LISCIO si allarga nel popolo e in altri siti. Ma scompaiono molte tradizioni socializzanti, contadine, umanitarie e famigliari, Aie, trebbiatrici belle Burdelle romagnole con loro variopinti costumi, che pestano il grano, le contadina con la Piden e Sciador e passatelli scompaiono. Le belle ragazze nordiche, vacanziere, prendono il loro posto sulle nostre spiagge e balere, non avranno sicuramente dimenticato le serate del LISCIO ai Tre Piccini di Cattolica o altre STRISCE nei dintorno. Le belle bionde erano attorniate di BURDEL per poterci ballare, con le loro organizzate strategie di scelta, le belle con i più belli e le non proprio belle con le rimanenze. Dopo il LISCIO, pur non conoscendo la loro lingua e abitudini, le invitavano ad una passeggiata o un gelato, per poi sostare in una solitaria sdraia, trascorrendo un paio di ore, osservando le immense lucenti stelle accompagnando le simmetriche addormentate onde Adriatiche, scomparenti nelle lontane orizzonti. Loro avranno ancora bellissimi ricordi del LISCIO e della mitica 500 e quei possenti BURDEL. La mia piccola ricerca vuole far conoscere la nascita della musica dagli storici strumenti popolari, i maestri, che li hanno portati a noi e un piccolissimo parere della metamorfosi sociale con la funzione della musica. Saluto il LISCIO con il mio tanto diletto, leggendario ZECLEN.
Di Paolo Giannini