Come possiamo oggi guardare il mondo che ci scorre davanti senza conoscere quello che ci siamo lasciato alle spalle?
Parte, venerdi 1 marzo, a Misano adriatico, la nuova edizione di Ritratti d’autore – i classici che aiutano a vivere. Sono quattro appuntamenti, sotto la regia di Gustavo Cecchini, dove protagonisti sono i classici del pensiero, quei testi che dimostrano una vitalità incredibile, dalla quale dovremmo prendere esempio per tutte le forme di resistenza, civile, culturale, umana, a cui ogni giorno siamo chiamati. La domanda allora non è se i classici sono ancora attuali, la domanda è se noi siamo attuali rispetto ai classici, perchè molto probabilmente non lo siamo. I classici rimangono e ogni volta ci raccontano qualcosa di nuovo. Rileggere un classico, allora, significa diventare consapevoli dei perché di questo presente e avere con sé gli strumenti per capirlo meglio e cambiarlo quando se ne sente il bisogno. È la via che ci rivela la sfida che i cercatori del pensiero di ieri lanciano ai viaggiatori sedentari di oggi.
Ad aprire la rassegna Venerdì 1 marzo sarà Marcello Veneziani con una lezione dal titolo : Vico, vita tormentata del più grande pensatore italiano.
«Ma chi è quel cristiano secco e bassolino col bastone appuntito che attraversa ogni mattina Spaccanapoli? Se ne va sempre solo, cammina piano, sembra un poco scartellato, come dicono qui…» L’uomo dal fare modesto e dall’aspetto dimesso che nel 1730 – a sessantadue anni – percorre le vie di Napoli è in realtà uno dei più fulgidi e influenti pensatori del suo tempo, forse il più importante in assoluto: Giambattista Vico. Che ha appena dato alle stampe la seconda edizione, riveduta e ampliata, del suo capolavoro: La scienza nuova. Quell’anno e quell’opera lo consacreranno «alla posterità e alla notorietà, segnando l’inizio del suo periodo aureo». Un periodo, però, fin troppo breve, perché spesso il suo fondamentale contributo è stato frainteso o sminuito, tanto dai contemporanei quanto dai posteri. Eppure, dal Medioevo fino al Novecento, Vico «primeggia, precorre tempi e pensieri, lascia impronte destinate a fruttare e semina intuizioni che ciberanno pensieri e pensatori del futuro». Come ci ricorderà Marcello Veneziani, Vico si pone al crocevia della cultura mediterranea; «fonda il pensiero della storia, nutre la filosofia con la filologia, intuisce le origini favolose e poetiche dell’umanità, intreccia ragione e fantasia, tradizione e modernità, visione cristiana e visione classica della storia, disegna una teologia civile, risale alle fonti della religione e infine ritrova nelle vicende umane, storiche e mondane, la traccia di Dio e della Provvidenza». Con il piglio del cantastorie e la precisione dello storico, Veneziani ci racconterà la vita tormentata di uno dei grandi filosofi della nostra tradizione.