Elezioni comunali: Marcello Tonini varca il Rubicone con la lista civica “Voltiamo pagina”. La discesa in campo è avvenuta stamattina al Caffè Novecento a Misano Monte, l’ex capoluogo.
“Non mi sento un traditore della sinistra, ma una persona perbene. Non vi piace lista civica, allora chiamatela lista popolare, lista delle persone perbene. Sono per l’ascolto e la condivisione. Per uno sviluppo della città per tutti e non per pochi. Vanno benissimo gli affari, ma non devono travalicare gli interessi generali. C’è un grande rispetto per l’imprenditoria, ma il pubblico non può essere attore passivo. Non bisogna andare nelle frazioni ad ogni morte di papa, ma sempre. Penso ad una città giardino e non piantare 40 alberi una tantum. Il potere serve a fare le cose, se non ce l’hai… Il mio sarà un programma di tre pagine. Lì l’Arena 58 non va bene. Non possiamo pensare allo sviluppo economico di Misano puntando soltanto dall’autodromo…”.
Questi in un’ora a mezza sono i grandi temi toccati dall’ex direttore generale dell’Ausl Romagna, azienda da 16mila dipendenti. Ad ascoltarlo, oltre ai giornalisti, una ventina di misanesi, tra cui tre ex assessori ed un ex segretario del Pd.
Sposato, tre figli (una femmina e due maschi, passionaccia per la terra (una specie di Cincinnato in chiave moderna), culturalmente di sinistra (dal 1990 al 1995 fu assessore alla Cultura a Misano), ha aperto la presentazione sulle ragioni culturali della sua lita civica, con dentro sensibilità di centro e centro-destra.
Lista civica
“Voglio essere semplice e chiaro. Non vi piace chiamarla lista civica, allora chiamatela lista popolare, lista delle persone perbene. In fondo la nostra Costituzione parla di cittadino sovrano. A me preme più l’atteggiamento mentale con cui si affrontano e si approcciano i problemi. Dopo tutto chi di noi non ha amici di centro-destra che sono persone meravigliose e degne di fiducia? A me piacciono le persone attive, coraggiose, che cercano di provarci sempre. Sono per un’amministrazione di slancio. Una comunità dedita al fare, ma il pallino lo deve avere il pubblico. Misano risente di una situazione tale per cui ci sono piccoli potentati locali, gruppi di interesse, che lecitamente, legittimamente, portano avanti i propri interessi, che spesso sono in contrasto con l’interesse generale. E questo non va bene. Rischiamo di pregiudicare il nostro futuro. Sono per il rispetto dell’imprenditore, ma della partita deve far parte anche il pubblico: in modo pulito ed aperto. Penso che l’amministratore debba rendicontare al cittadino, cittadino che deve sapere per capire dove si sta andando”.
“Penso – ha continuato Tonini – che chi amministra non possa andare in mezzo alle frazioni ad ogni morte di papa, ma ci deve andare sempre. Il rapporto di fiducia con le persone vuol dire anche scontro e bisogna chiedere al cittadino di essere presente. Non ci si rivolge alla comunità con il messaggino on un sms. Quando lavoravo dicevo ai miei collaboratori che a me bastavano le cose normali, e questa normalità è già straordinaria. In questo momento siamo tutti demotivati e non c’è nessuna fiducia nella politica e nei partiti e che tanto sono tutti uguali… Ma non è proprio così. Non si sta in campo così. A me che ho giocato a calcio e tifo Milan il giro-palla non piace. Sono per saltare l’uomo e le verticalizzazioni. Penso che la metafora della squadra sia la metafora della vita. Insomma, bisogna giocare un po’ al limite, avendone la consapevolezza”.
“Io sono la garanzia di tutto questo – ha rimarcato l’ex dirigente pubblico -. Non voglio firmare cambiali, altrimenti tradirei il cittadino prima di partire. E’ mia intenzione dialogare con tutti, senza farmi condizionare da nessuno. Il sostegno deve arrivare dai misanesi. Posso dire che nelle mie tre paginette di programma, mi piacerebbe ripensare al mare ed all’entroterra, che non può morire. Ad esempio via Grotta è pericolosa? Faremo un marciapiede, ma non di mezzo metro . Ho in mente una città giardino. E dico che l’Arena 58 va bene, ma non lì, in un’area così pregiata. Sono conscio che l’autodromo abbia un ruolo centrale, ma non possiamo basare il nostro sviluppo solo sulle gare di moto. Dico anche che c’è compromesso e compromesso: sono per quelli che si possono raccontare e non per gli altri. Dobbiamo lavorare per rendere ognuno di noi un cittadino migliore. Tutti dobbiamo metterci del nostro”.
“Chiudo alla Tonini, dicendo che questa campagna elettorale andava ravvivata, altrimenti sarebbe stata una marcia trionfale. Non ho nulla di personale, con Fabrizio Piccioni, il sindaco, ci conosciamo da 40 anni”.