AMARCORD
Ha avuto una vita bellissima. Madre romagnola (Zoriade), babbo napoletano, giunse a Rimini da bambino ed a Rimini era molto legato. Tra gli amici di gioventù, i fratelli Cucci, uno diventerà il cognato.
Il primo maestro di canto fu il babbo. Ricordato così dal figlio: “Persona di pochi mezzi, ma mi portava al San Carlo di Napoli, il più bel teatro del mondo”.
Oltre che bellissima, vita fortunata quella di Merolla. Poco più che ventenne è già un personaggio. Ha già cantato nei maggiori teatri del mondo, Scala, San Francisco, Barcellona, Londra. E’ uno dei tenori preferiti da Gianandrea Gavazzeni, un direttore d’orchestra coltissimo non meno che umile.
Più o meno trent’anni fa, a 45 anni, Merolla molla i grandi teatri, i sontuosi guadagni (passa da 15 milioni a sera a 900.000 mila lire al mese). Si ritira. Diventa insegnante. Ha tirato su allievi bravi. Tra cui il morcianese Mirco Palazzi e il riccionese Gian Luca Pasolini. Sul suo ritiro: “Quella vita non mi piaceva; sempre con le valigie nelle mani, sempre in giro per il mondo. I cinque minuti di applausi gratificano, ma la vita è molto altro: gli amici, la tavola, le passioni”. Una delle passioni di Merolla sono stati i grammofoni. Ne ha una collezione da museo.
Merolla fu allievo di Arturo Mellocchi, al quale vergò un bel pensiero. In questo dettaglio si specchia lo stesso Merolla: “Attraverso i suoi insegnamenti, l’allievo giungeva al palcoscenico già carico di un ricco bagaglio culturale, schivo da ogni istrionismo, umile e soprattutto forgiato musicalmente e stilisticamente, in grado di affrontare prestigiose collaborazioni e la coscienza del ruolo nel teatro musicale in modo da divenire alfieri in determinati personaggi, senza nulla sottovalutare di ciò che è proprio della natura musicale intrinseca di ognuno di noi. A questo nobile obiettivo, il Maestro spinse per tutta la vita coloro che lo meritavano”. Che la terra gli sia lieve.
gio. cio.