SAN CLEMENTE
– Addizionale Irpef più 0,2 percento e San Clemente mormora. Su ogni cittadino peserà per 37 euro. Potremmo ragionare sul fatto che sia la tassa più giusta da applicare oggi, ma non c’è tempo: il 31 marzo era data perentoria che il governo imponeva per l’applicazione e così voilà signori: la tassa è servita.
Tutti dovremmo sapere che le tasse sono un male necessario o, ai limiti del masochismo civile, una indiretta consapevole garanzia di libertà! Ma sarebbe soprattutto bello avere dai nostri rappresentanti (nostri?) la spiegazione sul perché una tassa possa essere considerata giusta, opportuna necessaria, giustificata e indispensabile.
Se, prima di una nuova imposizione “queste amministrazioni” hanno percorso il cammino virtuoso del risparmio, se perlomeno quel cammino è stato intrapreso, se l’analisi delle spese fatte in passato ha messo in luce qualche spreco da evitare in futuro.
Se un nuovo cittadino fosse arrivato dalla lontana Marte a San Clemente e nel colmo della sua pazzia avesse voluto assistere all’ultimo consiglio comunale e , al di là di certe situazioni quasi kafkiane, avesse potuto assistere a certi dibattiti credo che un piccolo dubbio sull’opportunità di tornare da dove è venuto l’avrebbe.
Se avesse potuto ascoltare le osservazioni del capogruppo del Popolo delle Libertà, Mirco Curreli che, contestando l’applicazione dell’Irpef, snocciolava alla maggioranza le sue ultime scelte in fatto di tasse ed anche gli interventi in risposta alle sue osservazioni qualche dubbio sul fatto di essere nel posto giusto gli sarebbe nato.
Secondo Curreli, che argomentava le sue rimostranze numeri alla mano, l’amministrazione D’Andrea nell’ultimo anno ha aumentato la Tarsu (Tassa sui rifiuti del 30%), nonostante San Clemente applichi da tempo la raccolta differenziata senza averne nessun vantaggio economico. Del 50% il costo al cittadino per la gestione e la manutenzione delle lampade votive, del 29% la Tosap (tassa sull’occupazione del suolo pubblico). Per Curreli anche l’apparentemente modesta applicazione dell’Irpef peserà mediamente con 37 euro sul bilancio di ogni cittadino e, vista la natura della tassa, soprattutto su lavoratori dipendenti e pensionati.
Ascoltando le risposte del sindaco il cittadino venuto da lontano avrebbe potuto consolarsi pensando che forse davvero quelle fossero inesatte, o che forse le si può leggere in cento maniere meno negative come in fondo tutti i politici sanno fare.
Che forse nessuno ha ragione fino in fondo, ma che diventa preoccupante per lui, nuovo cittadino di San Clemente che si siede per la prima volta ad ascoltare il consiglio del suo nuovo paese sentire dire che a Rimini, Riccione, Cattolica , Morciano eccetera sono più alte le imposte. In fondo lui aveva capito che San Clemente non può offrire gli stessi servizi di questi centri e che quindi probabilmente questo è anche naturale.
Se bisogna convenire che San Clemente, nel suo piccolo non è affatto un posto dimenticato da Dio: ci sono scuole, e anche progetti e sogni di una nuova scuola media, asili nido, centro anziani, assistenza ai meno abbienti. Certo qualche buca qua e la nelle strade c’è, qualche amministratore di troppo anche, qualche “fannullone” di brunettiana memoria non manca ma in questo posto fino ad oggi si è vissuto discretamente: come in un qualsiasi altro posto di una tranquilla periferia.
E allora perché arrabbiarsi per un piccolo 0,2% di Irpef in più?
Claudio Casadei