L’INTERVISTA
– Professione insegnante dell’asilo nido, sposata, due figli già grandi, Nadia Moroncelli è consigliere provinciale eletta nel Pd. E’ stata anche segretario del Pd misanese. Appartiene a quella schiera di persone che tiene in gran conto l’istruzione, la cultura e l’ambiente.
– Nadia Moroncelli ha portato l’autocostruzione a Misano nel 2005. Anche se in largo ritardo, sembra che presto partirà il bando. Le frazioni devono avere una propria identità. Si deve prendere cura dei misanesi e dell’ambiente. Il Prg (Piano regolatore del ’99) del ’99 è tecnicistico e non ha tenuto conto del territorio. Per gli artigiani l’espansione di Santamonica potrebbe essere un buon modello; invece per la gestione della cosa pubblica (parco non solo) il modello è il Villaggio Argentina.
Come è nata l’idea dell’auto-costruzione?
“Non è mia, ma l’ho mutuato dal Festival nazionale dell’Unità di Pesaro del 2005. A Misano, c’è la richiesta di poter mettere su casa senza contrarre un mare di debiti. Dopo ho fatto un incontro con una cooperativa di Rimini ed ho capito che era possibile. L’amministrazione di Magnani si disse disponibile e disegnò l’area. E’ stato fatto un elenco di 20 famiglie, per la maggior parte giovani. Voglio precisare che l’auto-costruzione non è la risposta all’emergenza abitativa, ma una delle tante opportunità in grado di aiutare i giovani e chi non ha casa. I vantaggi sono nel lotto che costa molto meno, nel fatto che parte della manodopera è frutto del proprio lavoro e che gli acquisti si fanno in gruppo. Inoltre, si lavora tutti insieme su tutti gli appartamenti. Appartamenti che vengono assegnati a sorte alla fine dei lavori.
Altre risposte abitative vengono dall’Acer, dall’accordo col privato, cioè in ogni comparto ci deve essere dell’edilizia convenzionata. Ad esempio, al Brasile, nel comparto C2-2 ci sono 500 metri quadrati”.
Qual è il suo ideale Psc?
“Lo vedo come lo strumento che dà la possibilità di dialogare con la città per riorganizzare il tessuto urbano e sociale. Che deve salvaguardare il nostro meglio, da una parte. Dall’altra, aiuta a ragionare e superare le criticità. Insomma, col Psc si ragiona di buon futuro. La legge dà competenza all’amministrazione comunale di creare un forum nel quale confrontarsi con i cittadini, con le associazioni economiche, culturali, sportive. Penso che Misano abbia enormi potenzialità, tenendo anche conto del meglio prodotto nel passato, In questo momento penso alle amministrazioni di Antonio Semprini che misero in piedi lo sviluppo delle scuole (nido e materne), aree verdi. Venne pensato ad una comunità nel segno dell’equità sociale e culturale. E non è un caso che la tenuta del nostro turismo sia proprio dovuto ad una città in grado di accogliere nella tranquillità famiglie e sportivi amanti della natura; però con una sua dinamicità e piacere di stare insieme. Abbiamo saputo pensare ad un buon collegamento tra arenile, zona urbanizzata e percorso ciclo-pedonale. Ne è un bell’esempio il nuovo lungomare che si va a connettere con la pista ciclabile del Conca, che ha addirittura ricevuto una menzione dal Consiglio d’Europa.
Ecco tutta questa idea di città va assolutamente valorizzata e rilanciata nel nuovo Psc”.
Misano è mare ma anche entroterra.
“Le frazioni devono avere una loro identità. Dobbiamo pensare ai servizi in grado di accrescere la qualità della vita. Per farlo la pubblica amministrazione deve collaborare con i comitati cittadini, che hanno a cuore il bene comune, la socializzazione. Sono dei naturali creatori di coesione sociale. E noi abbiamo proprio bisogno di identità e condivisione del futuro. Andrebbe creato il Buon vicinato come a Riccione. A Misano un esempio simile c’è soltanto al Villaggio Argentina. E dove non c’è, il comitato andrebbe creato. I comitati oltre a portare idee e innovazioni, sono anche un bel presidio del territorio. Lo aiutano a mantenerlo più sano e controllato. Aiutano a fondare una cultura d’insieme che supera gli steccati del proprio giardino”.
Che cosa pensa dell’attuale Prg (Piano regolatore generale) che risale al ’99?
“Partiva da un’altra linea. Con quel piano l’amministrazione ha svolto un ruolo tecnicistico, senza tener conto del territorio come insieme. Ha programmato nuove aree e nuovi comparti nel segno di uno sviluppo numerico. Allora, però si doveva fronteggiare la chiusura delle scuola causa i pochi bambini. Grazie ai nuovi misanesi arrivati, oggi la comunità è giovane e con un bel dinamismo ed una contaminazione di esperienze e culture diverse che arricchiscono”.
Se quanto sopra è il suo quadro generale, invece come dare risposte alle singole famiglie e ai singoli imprenditori?
“Il buon progetto dell’appartamento per i figli potrebbe essere la soluzione. Misano ha un numero elevato di case sparse. E’ vero che la capacità edificatoria è passata da 350 a 250 metri quadrati ma dietro c’era una motivazione politica. Cioè se ognuno avesse messo in atto i 350 metri, si rischiava di costruire dei piccoli condomini. Si è cercato di tenere conto del paesaggio, dell’ambiente, dei servizi. Con il pensiero di costruire una città compatta. E un territorio molto sparso significa problemi di viabilità, difficoltà nei collegamenti. Più auto da utilizzare. Oggi, però queste sono le linee del Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) e del Ptr (Piano territoriale regionale)”.
E per gli imprenditori?
“Il modello è l’area di Santamonica che in tempi brevi è riuscita a dare delle risposte agli artigiani. Ora si va puntando sulla sostenibilità ambientale, sui consumi energetici, sulle energie rinnovabili. La Santamonica potrebbe essere un buon modello. A differenza di Raibano, dove le terre sono passate di mano varie volte”.
Punti critici?
“Dobbiamo ottimizzare i parcheggi e parchi. Pensare che le opere e spazi pubblici hanno bisogno anche di manutenzione. Dunque, vanno progettati pensando anche in chiave manutenzioni. Ma il Psc vuol dire dialogo. Il Pd chiede partecipazione tra amministrazione e cittadini anche sui vecchi comparti. La preoccupazione è che si prosegua come si è sempre fatto: che si tenga conto solo dei tecnicismi. E su questo c’è la collaborazione dell’amministrazione comunale”.
IL PUNTO
Psc, il Comune sta giocando con i nostri prossini 30 anni
– Il Comune di Misano sta giocando con la vita dei misanesi dei prossimi trent’anni. Infatti, sta “riflettendo” sul Psc (Piano strutturale comunale), quello che un tempo era il Prg (Piano regolatore comunale). La prossima legge urbanistica inciderà sull’esistenza vera dei 12.500 cittadini. C’è chi diventerà ricchissimo (“i soliti noti”, slogan coniato da Adriano Torsani) e chi non potrà aprire neppure una finestra. Gli amministratori hanno chiamato il futuro “Misano Adriatico, una città accogliente”. Finora sul Psc è stata fatta una sola riunione con i cittadini su imbeccata del Pd.