SAN CLEMENTE
di Claudio Casadei
– Dieci domande a Cristian D’Andrea, Pd, sindaco di San Clemente.
Siamo nella seconda parte di una legislatura. E’ la sua seconda, e questo non le consentirà di ricandidarsi. Quale sarà l’eredità che Christian D’Andrea lascerà a San Clemente?
“San Clemente è molto cresciuto negli ultimi anni, sia dal punto di vista dell’offerta di servizi che dell’immagine esterna; un Comune dalle enormi potenzialità che andranno sfruttate al meglio dalle prossime amministrazioni.
La programmazione degli interventi sul territorio prevista e organizzata nel corso di questi anni segnerà inevitabilmente un tracciato sul quale lavorare anche per i prossimi: l’avvio dell’area produttiva ecologicamente attrezzata, il nuovo ponte sul fiume Conca, la nuova scuola media, il nuovo assetto a Sant’Andrea in Casale, la nuova piazza, il termine dei lavori del restauro del castello nel capoluogo”.
Che cosa lascia invece San Clemente a D’Andrea?
“Ritengo di amministrare un territorio ed una collettività con grandi passioni e senso civico. E’ ovvio che solcare la porta del Comune per otto anni anche per più volte al giorno ti segna profondamente; c’è inoltre una crescita personale e professionale che sicuramente inciderebbe nella vita di chiunque. Concluderò questa esperienza con un arricchimento personale straordinario, una esperienza di vita che ti obbliga, necessariamente, a pensare costantemente non ai tuoi problemi ma a quelli dei cittadini; una esperienza che ritengo dovrebbe essere fatta da tutti, per comprendere meglio noi stessi e gli altri”.
Com’è cambiato il modo di amministrare in questo lasso di tempo?
“In questi anni abbiamo passato due diverse fasi: quelle di una crescita economica ed edilizia che ha dato la possibilità di effettuare numerose opere e di organizzare diversi servizi e quella attuale nella quale la sfida diventa mantenere quello che abbiamo costruito. Le difficoltà in questo frangente sono enormi: tre manovre finanziarie che prevedono consistenti tagli agli enti locali in meno di otto mesi impediscono non solo una necessaria programmazione ma altresì l’impossibilità di dare risposte certe. E’ molto difficile amministrare senza risorse finanziarie ma lo è certamente di più farlo senza certezze di un quadro normativo ormai completamente stravolto rispetto a solo un anno fa”.
Sindaco, stando alle voci di corridoio nella sua amministrazione ultimamente sono nati attriti principalmente tra gli assessorati. Ci sarebbe chi dà segni di stanchezza, chi sembra avere evidenti problemi di conflitto d’interesse, ci sarebbero dei problemi di sovrapposizione di ruoli che generano malumore. Riuscirà a risolvere la situazione?
“Il mio modo di amministrare non si è mai basato sulle voci da corridoio o da bar; come in tutte le ‘squadre’ che lavorano, ed anche intensamente, è chiaro che possono nascere visioni diverse su alcuni temi. Tuttavia ritengo tutto ciò un valore aggiunto non un problema fino a quando si capisce che occorre marciare tutti nella stessa direzione. In un particolare momento di crisi economica ed in un momento in cui gli enti locali sono colpiti come non mai nella loro storia repubblicana quello di cui non si ha proprio bisogno è la divisione della propria classe dirigente.
Nonostante le difficoltà stiamo cercando con molta fatica di realizzare il nostro progetto di sviluppo di San Clemente; chi non si riconosce in questo progetto è ovviamente fuori da questa classe dirigente.
Capisco anche le difficoltà dei miei assessori: con il bilancio 2011 siamo intervenuti a 360 gradi sul fronte non solo del contenimento della spesa ma anche della riorganizzazione di alcuni servizi nell’ottica di maggiore efficienza e risparmio. E’ chiaro che intervenire su situazioni consolidate genera malumori, ma occorre ribadire un concetto: questo paese, l’Italia, ha vissuto al di sopra delle prorpie possibilità negli ultimi anni, sia in termini economici che in termini di servizi; dobbiamo rinunciare a una parte delle nostre convinzioni per uscire, insieme, da questa congiuntura difficile. Questo vuol dire anche saper rinunciare a dei servizi a favore di altri”.
Ci aspettiamo una sua risposta sincera. L’esperienza dell’assessore esterno, subita da parte del suo elettorato, non sembra avere dato i risultati sperati. Perlomeno dall’esterno del palazzo. Che ci dice sindaco, può dissolvere questi dubbi? La ripeterebbe?
“Il sindaco nella propria autonomia ha la facoltà di scegliersi dei collaboratori anche al di fuori del consiglio comunale; un’esperienza che San Clemente ha vissuto già in passato diverse volte. Credo che l’assessore esterno Gambuti stia dando un grande contributo al nostro Comune sia in termini di impegno che di risultati. Una esperienza che ripeterei immediatamente”.
Il Pd, il suo partito, dopo le elezioni è sparito. Non crede che in una situazione come quella attuale dovrebbe cercare una comunicazione più convinta verso la popolazione?
“Non credo che sia sparito; il Pd, come tutte le forze politiche, sta scontando un momento di grave dissaffezione verso la politica, un momento in cui siamo chiamati a svolgere assieme uno sforzo unitario e straordinario ma che viene mal percepito dal nostro elettorato. Il Pd ha sempre mostrato una responsabilità straordinaria di vera forza di governo. Non ritengo sia un problema di comunicazione; credo piuttosto che tutti i partiti debbano riflettere sul ruolo che possano esercitare in questa fase storica e con questa legge elettorale. Mi piacerebbe che ogni cittadino si mettesse in gioco per dare il proprio contributo. La politica deve essere passione, partecipazione, impegno: non credo esistano persone che non abbiano a cuore l’impegno per il proprio paese”.
Si racconta che invece lo stesso partito, sottotraccia, si stia già muovendo per contattare ragazzi giovani e politicamente attivi (roba rarissima). Secondo lei ha senso cercare una carta d’identità senza avere ancora steso un programma, linee di massima per elezioni che saranno solo fra un paio d’ anni?
“Il compito principale di un partito è proprio quello di individuare, costruire, selezionare e far crescere una nuova classe dirigente. Quindi, credo che se il Pd sta lavorando per cercare un avvicinamento a nuovi ragazzi che vogliano impegnarsi nella vita amministrativa sia un grande motivo di pregio e un riconoscimento reale del ruolo di una forza politica”.
Tagli e ritagli delle manovre finanziarie del governo. Cosa rischia di perdere San Clemente?
“I dati che abbiamo al momento a disposizione sono a dir poco allarmanti: i tagli nel 2011 sono stati di circa 160.000 Euro; quelli previsti per il 2012 sono di circa ulteriori 158.000 cosi come per il 2013.
E’ chiaro che siamo di fronte a un radicale cambiamento degli strumenti finanziari degli enti locali, poiché questi tagli si ripercuoteranno sui cittadini attraverso l’imposizione di nuove imposte. In sostanza quello che non fa il governo centrale viene lasciato agli enti locali scaricando responsabilità ed oneri sugli enti a diretto contatto con i cittadini”.
Che ne pensa della discussione sui tagli della politica? Lei pensa che a San Clemente si sia fatto tutto il possibile in questo senso?
“Abbiamo sempre partecipato, come una grande squadra, ai sacrifici che ci sono stati richiesti nel corso di questi anni. Credo che il dibattito in corso in questi mesi stia prendendo la direzione giusta. Ritengo però che occorra ragionare non sull’onda dell’emozione ma della razionalità. Anche negli enti locali c’è molto da fare: da una reale riflessione sull’utilità delle province al tema dei piccoli comuni, alla necessità di associare servizi ad una nuova organizzazione degli enti locali. Sono riforme che devono essere accompagnate da un forte senso riformista e da tanto coraggio.
Che farà dopo le prossime elezioni? Si nasconderà all’interno della giunta come assessore indispensabile o cercherà una carriera politica diversa?
“Sono ovviamente a disposizione, ma sono oltre 15 anni che mi occupo di politica e successivamente di amministrazione. In questi otto anni ho avuto grandi soddisfazioni ma anche grandi privazioni dal punto di vista personale e lavorativo. Di una cosa resto convinto: al di la del ruolo, ed in questo momento ritengo che potrebbe anche essere da semplice cittadino, il mio contributo alla vita amministrativa del mio comune sicuramente non mancherà”.