Riccione. Osservatorio Evolution Forum Business School sulle PMI, coi dazi al 15% stimato perdita fatturato fino al 18%.
I dazi per ora sono solo all’inizio, ma i danni causati dall’applicazione di queste tariffe si fanno già sentire. Ne è convinto l'”Osservatorio Evolution Forum Business School sulle PMI” di Gianluca Spadoni secondo cui il lungo periodo di incertezza che ha caratterizzato la trattativa sui dazi Usa-Ue ha spaventato le Pmi ma forse anche il consumatore finale. Motivo per cui la situazione perdurante di indecisione ha spinto un italiano su tre ad accorciare il periodo di vacanze e uno su cinque a rinunciarvi del tutto: da qui lo spettacolo inquietante delle spiagge in parte disertate dai turisti in Toscana, Emilia Romagna e altre regioni mostrate in tutte le tv nelle ultime ore. Secondo la stima di Assobalneari, la stagione 2025 starebbe registrando una contrazione compresa tra il 20% e il 30% rispetto agli anni precedenti per presenze e consumi nelle nostre località marittime. Non una conseguenza economica, ma un effetto psicologico “preventivo”. Con la tariffa verosimilmente fissata al 15% più di uno su due dei piccoli e medi imprenditori stimano perdite fino al 18% sul fatturato delle proprie aziende entro fine anno. E l’incertezza delle trattative estenuanti tra USA e UE non aiuta certo la ripresa. Il dato emerge dalla ricerca dell'”Osservatorio Evolution Forum Business School sulle PMI”, ideato dal formatore Gianluca Spadoni su un panel di oltre 2000 micro e piccoli imprenditori (cioè con fatturato sino ad 1 milione di euro, e meno di 5 dipendenti). Il tasso di preoccupazione resta molto alto e a soffrire maggiormente, secondo i leader delle nostre PMI, saranno un po’ tutti, ma soprattutto i piccoli negozianti di paese (32,5%) che rischiano di chiudere per sempre i battenti, mentre la GDO e le grandi catene europee (15%) saranno in grado di difendersi. Il 68% del campione afferma che le conseguenze reali delle imposizioni USA si vedranno già tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno 2025. Sempre secondo la ricerca effettuata dall’Osservatorio EFBS più della metà degli imprenditori italiani stima una perdita di circa il 18% con i dazi fissati al 15% (52,5%). Per le PMI, a seguito dei dazi, “soffriranno tutti perché il commercio è globale” – è la riposta del 46% degli intervistati – ma le piccole attività commerciali, e quindi i negozi di paese, patiranno maggiormente (32,5%) rispetto alle grosse catene di supermercati presenti in tutta Europa (15%). Una buona fetta del campione dà peso anche al settore d’appartenenza e risponde: “Molto dipenderà anche dal settore merceologico effettivamente interessato dai dazi” (15%). Non ci saranno differenze, invece, sulle conseguenze tra negozi in periferia e quelli del centro nelle città italiane (55%). Una prima soluzione che auspicano i piccoli e medi imprenditori italiani è la “fidelizzazione del cliente con azioni mirate”: la pensa così l’83,5% degli intervistati dall’Osservatorio EFBS sulle Pmi di Gianluca Spadoni.