di Giorgio Girelli *
A corredo della ricostruzione di Riccardo Uguccioni su un quotidiano locale degli eventi relativi alla “Linea Gotica” va ricordato che fu Rommel, modificando i progetti iniziali, a fissare Pesaro quale “capolinea” della linea difensiva germanica. “Nell’Estate del 1943 troviamo Rommel in Italia settentrionale” ricorda Arrigo Petacco ed il 19 settembre, dopo le vicende del tragico “otto settembre”, Il comando supremo della Wehrmacht ricevette il piano elaborato dal gruppo d’armate B del famoso maresciallo tedesco, relativo al tracciato e all’equipaggiamento di truppe della posizione appenninica. La “linea gotica”, come prima ipotesi di difesa del percorso “doveva partire da Rimini ed arrivare a Massa Carrara passando per San Marino, ottimo baluardo difensivo. Così riferisce Giuseppe Marzi. Una sorta di nuova Montecassino. Comprensibile lo sgomento dei sammarinesi. Il Consiglio di Stato dovette usare tutta la sua abilità per far rispettare la neutralità di San Marino. Il 25 ottobre 1943 si svolse un incontro nel Palazzo del governo sammarinese tra il feldmaresciallo Erwin Rommel e i membri del Titano. La visita di Rommel era formalmente turistica ma i presenti sapevano che la posta in palio in quell’incontro era la neutralità del paese. Venne ribadito che San Marino, privo di armi, non presentava alcuna minaccia militare per il Terzo Reich. Il feldmaresciallo assicurò il rispetto di San Marino a patto che non si verificasse nessuna azione di sabotaggio contro le forze germaniche. Venne concordato un modus vivendi che verrà rispettato sia da Rommel che da Kesselring, che gli succedette il 1° novembre. Ciò portò Rommel a ridisegnare la Linea Gotica il cui punto di partenza, “per non includere il piccolo Stato nella terribile trincea, venne spostato più a sud”, cioè a Pesaro. Detto per inciso, ciò giovò poco a Rimini che comunque fra il novembre del 1943 e il gennaio del 1945 subì 388 bombardamenti che causano la morte di oltre 600 civili e il danneggiamento dell’80 per cento degli edifici esistenti. Il 28 dicembre “si aprirono i bombardamenti sul capoluogo Pesaro indirizzati sulle infrastrutture viarie e portuali provocando morti e feriti tra la popolazione” . Il 3 gennaio 1944 fu affisso sui muri della città il manifesto in cui si avvisavano i pesaresi che l’autorità germanica ordinava “lo sgombero della popolazione della fascia costiera per una profondità di 10 km. nel termine di 48 ore”. Iniziava dello sfollamento in massa. Premessa dei successivi, duri combattimenti.
*Coordinatore Centro Studi De Gasperi