Emilia Romagna. Tommaso Fiazza, Lega: “Piano povertà senza un euro regionale”.
“Il nuovo Piano regionale sulla povertà conferma ciò che la Lega denuncia da tempo: in Emilia-Romagna la povertà cresce e colpisce soprattutto il ceto medio, le famiglie che lavorano e pagano le tasse ma che oggi faticano ad arrivare a fine mese. Eppure proprio loro, la spina dorsale della nostra regione, nel Piano non compaiono”.
Lo dichiara il consigliere regionale Tommaso Fiazza, dopo il voto di astensione al Piano.
“Il documento che ci è stato sottoposto utilizza ancora i dati del 2023, quando quelli del 2024 mostrano un peggioramento evidente: la povertà relativa è quasi raddoppiata rispetto al periodo pre-Covid. E cresce anche grazie a chi – secondo la sinistra – dovrebbe ‘pagarci la pensione’. I numeri forniti dalla stessa Regione parlano chiaro: con un’incidenza particolarmente elevata della povertà tra le famiglie con componenti di origine straniera: il dato raggiunge infatti il 35,1% per i nuclei composti esclusivamente da cittadini stranieri e il 30,4% per quelli con almeno uno straniero, a fronte del 6,3% delle famiglie formate solo da cittadini italiani. Questo significa che una parte molto significativa delle risorse va a chi non ha contribuito alla costruzione del nostro welfare, mentre gli italiani che lavorano finiscono schiacciati da rincari e costi della vita senza ricevere risposte”.
“Il PD ripete ogni giorno che ‘è colpa dello Stato’ se mancano i fondi. Ma qui accade l’opposto: i 124 milioni sbandierati non sono soldi regionali, bensì risorse statali e europee. Senza il Governo, questo Piano non esisterebbe. La Regione Emilia-Romagna, di suo, non mette un euro”.
“Per tutte queste ragioni la Lega ha scelto l’astensione: riconosciamo gli strumenti utili, ma questo Piano ignora il ceto medio, non affronta i danni di anni di accoglienza senza regole e non vede un euro regionale. Servono risorse vere, controlli veri e una strategia che metta al centro chi lavora, chi contribuisce e chi tiene davvero in piedi l’Emilia-Romagna”.










