– Domenica 5 ottobre 2003 l’A.N.P.I. di Rimini, con una numerosa partecipazione di cattolichini grazie al lodevole impegno del concittadino Mario Castelvetro, si è recata a Marzabotto ove hanno avuto luogo le celebrazioni del 59° anniversario dell’eccidio nazifascista.
La visita al Sacrario sotto la Chiesa ha fatto vivere momenti di intensa emozione.
Il ricordo del più tremendo degli eccidi nazisti in terra italiana, con l’annientamento in pochi giorni di 1830 persone di cui solo poco più di trenta erano partigiani combattenti e gli altri erano donne, vecchi, bambini e uomini inermi e di questi 800 vittime erano civili dei casali di Marzabotto con più di 200 bambini di età inferiore ai 12 anni, dei quali molti di pochi mesi, alcuni di pochi giorni ed altri sventrati con le baionette nel grembo materno, è senza dubbio un esempio di ciò che la follia nazista ha potuto partorire nella mente di uomini, che occorre definire “mostri”, così come li ha definiti Oscar Luigi Scalfaro nel suo intervento conclusivo di questa giornata commemoratrice.
E tali mostri li può partorire la guerra che va aborrita e cancellata come metodo per risolvere le questioni tra i popoli.
Tra i numerosi interventi, quello del giovane sindaco di Marzabotto Andrea De Maria che ha brillantemente allacciato alla realtà politica italiana ed internazionale del presente, (come sovente sanno fare i giovani), le terribili esperienze delle loro zone di quel tremendo autunno del 1944.
E’ intervenuto un vecchio partigiano, di cui non ricordo il nome, che con puntuale descrizione di quei giorni di ferro e fuoco, ha ricordato ai più giovani la tragedia delle loro terre e la immane ferocia di cui sono state vittime quelle popolazioni di contadini, di sfollati e di paesani inermi.
Era pure presente il Ministro degli Esteri della Repubblica Federale Tedesca Joschka Fischer ed il suo intervento è stato toccante e di intensa commozione che ha fatto raccogliere attorno a lui la simpatia del pubblico plaudente. Valgono alcuni passi dell’intervento: “Il ricordo e la responsabilità storica per questo crimine continuano a farci male e a farci vergognare. Non dobbiamo dimenticare le vittime di Marzabotto.” … ed ancora: “che l’eredità delle vittime di Marzabotto ci obblighi ad impegnarci per la pace, la tolleranza e lo spirito dell’Europa comune.” …e rivolto alle autorità italiane ed agli organizzatori dell’incontro: “E’ per questo che il vostro lavoro qui a Marzabotto è molto importante per il futuro dell’Europa. Qui è possibile convincere i cittadini dell’idea europea e renderli partecipi della costruzione europea. Per questo importante contributo per i nostri valori comuni, per la comprensione e la cooperazione, vi sono grato di tutto cuore. Mi inchino con profonda tristezza davanti alle vittime di Marzabotto”.
Ha chiuso gli interventi il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, ex Presidente della Repubblica, il quale ha puntualizzato tutti i vigenti problemi italiani ed internazionali e di fronte alle gravi responsabilità del passato, (si pensi al comportamento silenzioso di quella parte di italiani pur importanti di allora di fronte alle leggi razziali del 1938) ed alle possibili dolorose e scomode scelte che potrebbero ripresentarsi anche oggi, ha detto: “Che cos’è il silenzio di fronte alle cose che non vanno? Si chiama prudenza? No, si chiama vigliaccheria. Sarebbe un silenzio terribilmente colpevole di chi si lava le mani”.
Questo nostro vecchio Presidente è stato a lungo applaudito da tutta la numerosa folla di presenti ed è stato esemplare questo suo passo riferito al passato e al presente: “Se io sono libero lo devo a coloro che hanno lasciato qui la propria vita. E se taluni abusano di questa libertà per alterare la storia in modo sciocco e vuoto, si ricordino che sono liberi, anche di dire sciocchezze, grazie a loro”.