Due esempi: “Con una parola un po’ ambizioso oggi si dice ‘mission’, io preferisco il nostro lavoro”. Ed un crescendo rossiniano: “Dati consolanti, estremamente positivi, eccellenti”.
Andiamola a vedere questa climax, questa scala ascendente, dei numeri della Carim, celebrati nell’assemblea dei soci tenutasi lo scorso 30 aprile al teatro Novelli di Rimini.
Partiamo dagli utili netti: 12,47 milioni di euro, “dopo aver spesato la quota di ammortamento dell’acquisizione dei 278 sportelli di Capitalia pari a 9,77 milioni di euro”. Ai soci sono andati 47 centesimi di euro per azione, che aggiunto all’aumento del valore dell’azione, passata da 14,70 a 15,20 euro, significa un rendimento lordo del 6,60 per cento.
La raccolta totale è salita del 22,85 per cento rispetto al 2002, raggiungendo vetta 3.545 milioni di euro: la raccolta diretta pesa per 1.572 milioni di euro (più 26,72 per cento sull’anno prima), mentre l’indiretta è stata di 1.972 milioni di euro (segno più: 19,93 per cento).
Se si sposta lo sguardo alla voce impieghi, vale a dire il denaro prestato alla clientela, i dati affermano che nel 2002 sono stati prestati 1.765 milioni di euro, meglio del 26,24 per cento. Con il rapporto tra gli impieghi lordi e la raccolta del 112 per cento. Il dato sta a significare la dinamicità commerciale dell’istituto di credito ed una presenza molto attiva sul territorio. Quando era meno attiva, nel ’96 ad esempio, il rapporto raccolta/impieghi era del 64,60 per cento. Dal 2000 il dato è sempre stato sopra il 100 per cento.
L’altro rapporto, sofferenze/impieghi, cioè i crediti al momento non onorati, è stato dello 0,28 per cento (2,22 per cento, la media nazionale registrata dall’Abi). Oltre alle prestazioni economiche, un altro fatto fondamentale della carim nel 2002 è stata l’acquisizione di 27 filiali (in totale sono 99) nel Centr’Italia da Capitalia, facendo fare alla propria rete commerciale un balzo in avanti del 40 per cento. In questo modo, la banca riminese è presente, senza interruzione territoriale dalla provincia di Bologna fino a quella di Campobasso, con un’isola di 5 filiali a Roma e provincia.
A chi gli chiede se la salute della banca coincide con quella della provincia di Rimini, risponde il presidente Pelliccioni: “La Carim è sempre andata di pari passo con lo sviluppo del suo territorio. L’economia è qualcosa di più largo rispetto a noi. Diciamo che forse in questo momento le cifre non possono essere rappresentative. Va detto però che Rimini ha sempre avuto la capacità di superare le crisi”.