– Questa è grossa! Gian Franco Micucci, l’enfant prodige del Pci-Pds-Ds, sindaco dal 1990, alla fine della terza legislatura, nonostante non possa ricandidarsi, non vuole farsi da parte, anzi, ha dichiarato che è disposto ad appoggiare una lista civica di centrodestra. E’ vero che la politica è il luogo dell’assurdo, ma a guardare bene ci sono sempre ragioni, ambizioni, interessi… che giustificano anche il voltagabbanismo. Sta di fatto che la sua dichiarazione-minaccia rimescolerebbe clamorosamente i giochi politici in corso.
Ma andiamo con ordine per districarsi dalla matassa della situazione politica locale. Situazione dalla quale in tanti potrebbero uscirne con le ossa rotte, ma potrebbe essere anche l’occasione per fare un po’ di chiarezza, di pulizia, di rinnovamento. Ci vuole molto coraggio, perché se è vero che politica e affari ormai vanno a braccetto in maniera trasversale, e se è deplorevole sposare il detto cattolichino “al più pulid l’ha la rogna”, bisognerebbe che tutti facessero uno sforzo chiamando le cose con il loro nome, non nascondersi dietro al politichese e indicare nomi e cognomi delle responsabilità e degli interessi in campo.
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[b]Micucci i Ds e maggioranza[/b]
Micucci è entrato in collisione con il suo partito. Ma si badi bene, anche con gli alleati della sua coalizione: Margherita e Sdi. Questo smaschera il gioco: non è la sua maggioranza che lo ha scaricato, ma forse è Micucci che non la rappresenta più, perché alcune sue scelte non sono difendibili. Si tratta di progetti urbanistici, in pratica, che nulla hanno a che fare con il programma presentato agli elettori. Allora bisogna uscire dall’equivoco del sindaco buono e bravo e del partito (anzi dei 3 partiti) cattivo e retrogado. Micucci ha uno strano concetto di democrazia: è reale quando le sue decisioni vengono accettate; è un intralcio quando vengono vagliate nelle varie sedi democraticamente preposte (Consiglio comunale, partiti, commissioni) e che nella loro autonomia possono decidere di dire di si, no o rettificare le scelte proposte.
Dopo 13 anni di assoluta mano libera, cosa che ha permesso di fare cose positive, ma anche danni, la politica ha deciso di riprendersi una parte di quell’autonomia soppressa, per pensare e ripensare un progetto per lo sviluppo della città anche per il dopo Micucci. Allora “Lui” non può accreditarsi di tutto il buono fatto, perlomeno deve dividerlo con chi lo ha progettato, condiviso, difeso e ha alzato la mano per attuarlo. Mentre tende a giustificare gli insuccessi, attribuendoli a presunte mancanze di collaborazione del suo partito. “Cavallo pazzo”, come qualcuno ha definito Micucci, è quello che più volte si è scagliato pubblicamente contro la Provincia e la Regione. Poi sono proprio queste che hanno salvato alcuni dei suoi disastri.
Sta di fatto che oggi Micucci si è isolato da tutto il tessuto politico istituzionale provinciale e regionale e per rimanere a galla cerca un appiglio nell’altra sponda: il centrodestra, col rischio di diventare caricatura di se stesso. Perché? Lo dice lui stesso nelle interviste: varianti urbanistiche che la sua coalizione non ha approvato e altre che non approverà. Insomma forti mutamenti dell’assetto urbanistico della città che modificherebbero (pregiudicherebbero?) l’attuale impianto cittadino.
[b]Lista Micucci-Bulletti[/b]
Micucci ha dichiarato che appoggerebbe una lista guidata da Carlo Bulletti e sostenuta dal centrodestra. Ora Bulletti (e/o altri), crediamo sia consapevole che all’occhio di tutti sarebbe considerata la lista Micucci. Insomma Bulletti (o altri) figurerebbe, suo malgrado, il prestanome della quarta legislatura Micucci. Chi conosce bene il dottor Bulletti assicura che è persona che tiene alla sua dignità e che difficilmente vorrebbe interpretare il ruolo di sindaco “fantoccio”. A meno che il tutto sia un grande bluff, orchestrato con sapienti e interessati giochi di sponda, dettato da una situazione ‘disperata’ in cui potrebbe essersi cacciato il Micucci. Ma noi vogliamo sempre credere nella serietà delle persone quando esprimono loro idee… salvo prova contraria. Poi non riusciamo a comprendere come possano riconciliarsi e convivere gli esponenti del centrodestra con il loro, di fatto, nuovo leader, dopo che per anni lo hanno accusato di tutto e di più. I paletti dei partiti del centrodestra la loro visione politica-ideale-sociale-economica, sono un ammasso contraddittorio di ingredienti difficili da frullare e amalgamare. Ma poi è proprio vero che lo accoglierebbero a braccia aperte?
[b]Liste civiche di centrodestra[/b]
I boatos parlano di almeno un’altra lista civica di centrodestra (forse due) in progettazione. Quella ampiamente annunciata da Sergio Pericoli e quella probabile di Giorgio Pierani. La natura delle cose vorrebbe una confluenza di queste nella lista Micucci-Bulletti. Ma qualcuno ci dovrebbe spiegare come Pericoli, ma soprattutto Pierani possa appoggiare il Micucci che lo considera l’artefice di tante malefatte.
[b]Ds e Margherita[/b]
Per anni sono stati all’ombra del loro sindaco, appoggiandolo e giustificandolo in tutto, anche quando era indifendibile. Il vantaggio d’immagine ed elettorale, oggi può diventare un boomerang. Sacrificando la politica e l’appiattimento sull’amministrazione, anzi, solo su Micucci, ha creato un grosso vuoto politico interno e ha sperperato legami decisivi con ampi settori della città. Ora se la scelta di Micucci fosse reale per porre pesanti condizionamenti nei confronti dei partiti che lo hanno eletto, e se la partita non fosse trattabile, allora bisognerebbe rispondere a muso duro alle accuse pesanti che sta lanciando e che stanno creando confusione e sconcerto tra i cittadini. Accuse che sono bombe, lanciate da chi si sente ancora protetto da un buon consenso popolare, come se il merito fosse tutto suo. Ma, attenzione, questo potrebbe non voler dire un automatico consenso elettorale, visto il salto della quaglia nella squadra avversaria che, in modo poco nobile (ignobile?), sarebbe costretto a fare. Il popolo della sinistra non ha mai amato i voltagabbana, anzi li ha sempre puniti.
Ora da questo scontro esce un solo vincitore: Micucci o i partiti di maggioranza. Comunque sia, ci saranno morti e feriti. Micucci ha alzato la posta (da quello che si legge sulla stampa): vuole l’umiliazione dei Ds, la testa della segreteria, l’approvazione delle varianti, decidere sulla prossima squadra di governo e un ruolo nella prossima amministrazione (city manager?). Se risponderanno di no, saranno costretti a prendere le dovute distanze e parlare chiaro ai cittadini, spiegare i motivi reali della rottura, raccontare il personaggio e spegnere la leggenda del mito che aleggia intorno alla sua figura, ampiamente diffuso e sostenuto anche da loro. Sappiamo che è dura, secondo il famoso detto, dare della puttana alla propria moglie dopo avere passato una vita insieme, perchè la prima cosa chi ti dicono è: ma tu dov’eri? A meno che il tutto venga risolto con un importante incarico a livello provinciale. Basterà? Ora i Ds e Margherita, se non vogliono implodere devono fare pulizia delle lotte fratricide interne, riportare alla luce del sole la politica delle scelte programmatiche e delle persone. Allargare al massimo il confronto con altri partiti di sinistra, ambientalisti, movimenti, associazionismo, soggetti rappresentativi della società civile. Devono trattare tutti con pari dignità, ascoltare critiche e proposte. Devono capire che il mondo è cambiato, e che se i partiti non si aprono saranno rappresentativi solo di se stessi ed emarginati. Decisiva sarà la scelta del programma elettorale, della squadra di governo, dei candidati al Consiglio comunale e del candidato a sindaco.
[b]Il candidato del centrosinistra[/b]
Lo scontro nei Ds è risaputo, le voglie della Margherita di piazzare un suo uomo a sindaco, sono altrettanto conosciute. Tutto questo si consuma in ambiti chiusi e poco trasparenti. Tra i papabili gira da tempo un nome, che, non si sa perchè, viene tenuto in disparte. Questa persona è Massimo Gottifredi, cattolichino, faccia pulita, giovane, sicuramente tra i più onesti, preparato, assessore provinciale al Turismo da diversi anni dove ha lavorato bene.
Persona senza conflitti d’interesse, tessera Ds, ma assolutamente non etichettabile come uomo dell’apparato di partito. Candidato che avrebbe il consenso di larga parte dell’imprenditoria turistica, la sua disponibilità potrebbe facilitare l’allargamento della coalizione dell’Ulivo e forse andare oltre. E’ persona che è rimasta fuori dalle lotte intestine cattolichine. Insomma, potrebbe essere il candidato ideale del centrosinistra.
Lista Arcobaleno
Visto i segnali di chiusura che pare siano venuti da Ds e Margherita, e nomi di candidature inopportune, alcuni cittadini, insieme agli esponenti dei partiti della sinistra oggi all’opposizione e di comitati cittadini e associazioni, hanno avviato contatti per la creazione di una lista Arcobaleno. Obiettivo: rinnovamento degli uomini della classe politica e apertura a tematiche oggi assenti nell’attuale maggioranza. Questo processo va visto positivamente, perchè ridefinisce, riaggrega e rimotiva, tutta la galassia del malcontento più o meno organizzato, e di soggetti che sono stati alla finestra in maniera critica. Però questo percorso è bene che s’intrecci con quella parte di Ulivo che oggi è al governo della città che sta dando segni di cambiamento.
La discesa in campo di Micucci, se reale, rimette tutto in gioco e pone serie probabilità di vittoria della destra alle prossime elezioni comunali. Il confronto deve essere serrato, va misurato, va incalzata la volontà di rinnovamento di Ds e Margherita. Una lista Arcobaleno (accreditata del 20%), potrebbe fare molto male all’Ulivo, ma anche un grande bene se si trovasse la volontà politica e l’umiltà di trovare un accordo. Tutti quanti devono fare un passo indietro, altrimenti il popolo del centrosinistra non capirebbe una lotta fratricida che potrebbe aprire le porte del Palazzo ad una destra vogliosa di una rivincita attesa da circa 60 anni, anche se, eventualmente, fosse travestita col farfallino di Micucci.
Sarebbe un paradosso, quando in tutt’Italia è in atto una fuga da questo centrodestra incapace e illiberale, che a Cattolica vincessero i berlusconini nostrani. Ma attenti: la sensazione che si percepisce è che in questi anni sulla città si sia creato una sorta di potere trasversale talmente forte che ne vuole condizionare le scelte…
di Enzo Cecchini