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La bella facciata del pastificio
Afferma: “E’ giusto e sacrosanto aiutare chi lavora nella Ghigi, mio fornitore da 30 anni, ma non a danno di tanti altri imprenditori morcianesi. E’ vero, io potrei essere considerato di parte, ma voglio sottolineare che moltissimi politici provinciale, e di partiti diversi, hanno sollevato obiezioni: Adriana Neri, Giancarlo Rossi, Giuseppe Sanchini, Tagliaferri, Bartolini
IL FATTO
– Quarantasei anni, un figlio, Stefano Del Magno, insieme ai fratelli, Alessandro e Claudio, è il titolare dell’omonimo supermercato che si affaccia su piazza Boccioni. L’azienda, per storia ed importanza, è uno dei simboli del commercio morcianese. Impiega una trentina di persone. Del Magno dice la propria sulla cosiddetta operazione Ghigi: il pastificio si dovrebbe trasferire a Sant’Andrea in Casale e lo stabilimento nel cuore di Morciano sarà trasformato in un centro commerciale, direzionale, sale multiuso, ristoranti, ecc.
Afferma: “E’ giusto e sacrosanto aiutare chi lavora nella Ghigi, mio fornitore da 30 anni, ma non a danno di tanti altri imprenditori morcianesi. E’ vero, io potrei essere considerato di parte, ma voglio sottolineare che moltissimi politici provinciali, e di partiti diversi, hanno sollevato obiezioni: Adriana Neri, Giancarlo Rossi, Giuseppe Sanchini. Ed obiezioni sono arrivate anche dai morcianesi Ennio Tagliaferri e Sergio Bartolini. Mi chiedo: perché i morcianesi non riflettano rispetto a quanto dicono i consiglieri provinciali? Ghigi sì ma ridimensionata, come ha sostiene Tagliaferri”.
Continua Del Magno: “Ripeto: la Ghigi va aiutata, ma con il giusto equilibrio. Da quel manufatto arriveranno sul mercato negozi, appartamenti, uffici, quando l’offerta commerciale di Morciano, cosa che si può notare senza essere operatori del settore, è già alta. In tutto il paese ci sono negozi ed uffici sfitti che aspettano invano. Inoltre, molte piccole attività, si reggono solo grazie al fatto che i commercianti sono bravi e non pagano l’affitto. Così ad un’offerta immobiliare alta, se ne va ad aggiungere altra. Insomma, per dare una mano alla Ghigi si rischia di mettere in ginocchio altri morcianesi. Credo che si corra il rischio effettivo di mettere in crisi il commercio e di non aiutare la Ghigi. L’attuale forza lavoro non è assicurata nella nuova unità produttiva. Lo trovo ingiusto: la Ghigi è aiutata ma aiutiamo anche chi ci lavora.
E questo lo pensa anche il consigliere provinciale Sanchini quando afferma che da come hanno presentato il progetto non c’è nessuna sicurezza per la salvaguardia del posto di lavoro”.
Chiude il suo intervento Del Magno: “Ma quello che potrà dare il colpo finale al commercio morcianese, e mi pesa dirlo in quanto titolare di un’attività, saranno i 1.000 metri quadrati e passa (altri 10-15 negozi, almeno) che il supermercato di circa 1.500 metri (e questo ci sta tutto, a noi la concorrenza ha fatto sempre da stimolo) dedicherà ai prodotti non alimentari (dalle merceologie più varie, già presenti nel paese). E’ un fatto eccezionale per un comune di 6.000 abitanti con la capacità di attirare clienti anche dall’entroterra. Si verrebbe a creare una specie di centro Diamante. Solo che questo non potrà mai essere da richiamo per clienti da Cattolica o Riccione. E’ possibile che la maggioranza e l’opposizione in Consiglio comunale non riflettano su questo?”.