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[i]”Il principio politico con sui si è intervenuti sulla Ghigi deve essere usato a livello generale. Questa attenzione deve valere per tutte le imprese della provincia di Rimini”.[/i]
La partita Ghigi è oramai chiusa. Presto si saprà se le preoccupazioni erano giuste o sbagliate. In questo iter ci sono molti elementi che fanno riflettere: Comune e Provincia che acquistano spazi nell’attuale pastificio. L’impegno a farlo trasferire a San Clemente, facendo acquistare alla Ghigi il terreno ad un prezzo vantaggiosissimo. La domanda? Perché tutto questo per la Ghigi, mentre le altre imprese si devono arrangiare? Abbiamo chiesto ragioni a Massimo Pierpaolini, il saludecese che siede nella commissione provinciale che ha deciso.
– “Ho delle perplessità che si realizzi. Spero che i nostri amministratori siano preoccupati. All’azienda abbiamo dato tutto: soldi, terra, impegno politico. Se non si fa sarebbe una tragedia. Le mie preoccupazioni nascono dagli atteggiamenti e dai comportamenti: c’è stata troppa fretta, non è stato visto il progetto”.
Questo è il pensiero di Massimo Pierpaolini, consigliere provinciale di Forza Italia e in rappresentanza del proprio partito uno dei componenti della potentissima commissione Territorio della Provincia di Rimini. Ex repubblicano, saludecese doc, Pierpaolini afferma secco: “Personalmente mi sono astenuto in commissione ed ho votato a favore quando il Piano di riqualificazione urbano è passato in Consiglio provinciale”.
Perché è stato favorevole all’operazione Ghigi, lei che sta all’opposizione?
“Nel mio modo di fare politica amo la discussione, capire e cerco di non mettermi mai di traverso per partito preso quando si tratta dello sviluppo economico del territorio. Al di là del caso singolo, mi sembra che la Ghigi rientri in questo schema. E’ vero ho le mie perplessità rispetto agli interessi delle 120 persone che vi lavorano dentro. Insomma, sono molto contento se si dovesse realizzare il nuovo stabilimento della Ghigi”.
Perché ha delle perplessità?
“L’operazione per Morciano e la Valconca è importante, grossa. La commissione provinciale del Territorio, ad esempio, non ha visto il progetto; si è discusso solo con la relazione del progetto. E la stessa cosa è avvenuta anche in Consiglio provinciale. Diciamo che ci siamo fermati in superficie, che maggioranza ed opposizione si sono assunte delle responsabilità per non ostacolare lo sviluppo e l’occupazione.
Come pubblico sono stati acquistati degli spazi per far quadrare il conto economico dell’operazione. Credo che sia un buon sacrificio. Con la Ghigi si giocano due partite. La prima, si va a qualificare un’area importante di Morciano.
Nell’altra, si vogliono dare delle risposte a chi ci lavora. Rifondazione comunista di San Clemente è molto critica sia per l’area, sia per la costruzione del nuovo stabilimento. Ma al momento bisogna spingere per la costruzione del nuovo pastificio”.
Non crede che il principio politico con sui si è intervenuti sulla Ghigi debba essere usato a livello generale?
“Sicuramente sì. Questa attenzione deve valere per tutte le imprese della provincia di Rimini”.