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Da sinistra: Ermes Villa e Giuseppe Barbieri
di Claudio Saponi
– Uno ha un balcone vista mare con una ringhiera di ferro battuto che è un autentico gioiello artigianale (palazzo Zandri), un altro dalla facciata maestosa (Marangoni-Cerri), poi c’è il portale capolavoro (Albini), un altro ancora dal cortile con logge (Della Rovere-Albini), poi c’è quello col cornicione e cornici alle finestre di fattura assolute. Sono i particolari artigianali di alcuni dei palazzi più belli della provincia. Nel Riminese ci sono 15 palazzi classificati nella serie A dell’architettura: 7 si trovano nel borgo di Saludecio; gli altri a Rimini.
Le dimore saludecesi si affacciano sulla centrale via Roma, uno invece sulla parallela alla strada principale. Sono degli autentici capolavori che raccontano la potenza economica di Saludecio. Qui abitavano i grandi propietari terrieri della Valconca: gli Albini, i Cerri, i Marangoni, i Zandri.
Grazie ai palazzi il borgo malatestiano di Saludecio si differenzia e caratterizza rispetto alle altre fortificazioni malatestiane della provincia.
Per gli storici dell’arte, il maggiore tra i 7 è il palazzo Della Rovere-Albini. Coloro che salgono a Saludecio per Ottocento Festival ne potranno ammirare il cortile interno con tanto di logge dagli archi a botte. Nel 1500, come afferma il nome, venne costruito dalla potentissima famiglia rinascimentale Della Rovere, per passare poi agli Albini, una famiglia saludecese di rango che ha avuto anche un rettore dell’Università di Bologna.
I palazzi hanno avuto il massimo splendore fino a tutti gli anni ’50 del secolo scorso. Poi gli eredi delle ricche famiglie proprietarie terriere si sono trasferiti in centri importanti, Rimini, Roma, Bologna ed è iniziata una lenta quanto inarrestabile decadenza degli edifici. Uno, lo Zandri, è stato acquistato da un signore svedese che vi abita stabilmente e che vi ha messo le mani con leggerezza.