L’ECONOMIA
– Utile netto: più 4 per cento. Raccolta: più 12,2%. Impieghi: più 19,6%. Dividendo: più 4. Vento in poppa nei numeri economici 2003 della Banca Popolare Valconca. Il bilancio è stato approvato dall’assemblea dei soci lo scorso 4 aprile, tenutasi al padiglione fieristico. Nell’occasione scadeva il mandato di tre consiglieri d’amministrazione: Massimo Lazzarini (il presidente), Edmondo (Duccio) Forlani e Gabriele Paci. I soci hanno rinnovato loro la fiducia. Nelle urne votato un quarto candidato, il montefiorese Enrico Piccari, insufficienti le 100 preferenze.
Ma come leggere questo lungo balzo da record in un anno economico difficile? Luigi Sartoni, uomo di scuola Comit (Banca Commerciale Italiana), con letture di prim’ordine, sia umanistiche, sia tecniche, il direttore generale: “Le ragioni sono più di una. Per la prima volta la nostra raccolta diretta ha superato l’indiretta. Questo significa che la banca ha più margine di guadagno.
Sulla raccolta indiretta noi non effettuiamo altro che operazioni di vendita, con una piccola provvigione.
Mentre nella diretta è denaro sonante che entra nelle nostre casse, che a sua volta viene prestato ai clienti. La raccolta diretta è articolata. Sono rientrati i capitali dall’estero (il cosiddetto Scudo fiscale), con il risparmiatore che ha investito meno nei titoli. Dall’altra parte il nostro sviluppo, il commerciale, è stato positivo”.
A chi gli chiede una lettura dell’economia provinciale, risponde: “Un’annata statica. Ma questo non significa che l’economia non produca. Due le ragioni: la domanda interna (i consumi) non tira, con le esportazioni penalizzate dalla rivalutazione dell’euro. Da noi l’unico comparto che investe è quello delle costruzioni”.
La stagione 2003 della Banca Popolare Valconca è stato anche altro. Aperte due filiali: Pesaro e Rimini San Giuliano (quartiere di quasi 4.000 abitanti). E’ stata raddoppiata la filiale di Rimini Centro (piazza Malatesta), ristrutturata la palazzina dello sportello di Cattolica.
Si presenta dinamico anche il 2004. Tre i momenti più importanti: l’apertura di due filiali e l’attrezzare una sala polivalente negli spazi del vecchio sportello, quanto prestigioso, di Morciano.
Eccoli i numeri 2003. L’utile netto è stato di 3,59 milioni di euro (pagate 4,2 milioni di tasse), a fronte di una raccolta complessiva di 880 milioni (458,6 la diretta e 421,3 l’indiretta). La banca ha prestato al territorio 440,9 milioni di euro. La pagina delle sofferenze (clienti che non hanno restituito i soldi presi in prestito) si presenta meglio dell’anno prima. Infatti, la percentuale, al netto, è stata dell’1,2% (era 1,5).
Gli amministratori della banca Popolare Valconca nel 2004 hanno in progetto l’apertura di altri 2 filiali ed immettere sul mercato nuovi prodotti. In oltre, per un servizio migliore alla clientela, da luglio si attiverà un call center.
di Francesco Toti
GLI UOMINI
Consiglio, rieletti Lazzarini, Forlani, e Paci
– L’assemblea dei soci della Banca Popolare Valconca ha votato anche per la scadenza di 3 componenti del consiglio d’amministrazione. Erano alla fine del mandato: Edmondo (Duccio) Forlani, Massimo Lazzarini (il presidente) e Gabriele Paci. Tutti e tre i morcianesi sono stati riconfermati.
Massimo Lazzarini – Cinquant’anni, sposato, 2 figli, in consiglio d’amministrazione dall’88, ne è alla guida 2000. Ama leggere, i suoi autori prediletti: Buzzati, Borges e Chesterton. Il suo pensiero sulla banca: “E’ una piccola realtà, ma importantissima per la crescita economica e culturale della comunità. Nonostante le dimensioni, se dipendenti e soci ne hanno la convinzione, può reggere anche gli istituti di credito più grandi”.
Edmondo (Duccio) Forlani – E’ nel consiglio d’amministrazione dal 2001. Settant’anni, sposato, tre figli, è un geologo di valore assoluto. Nel suo curriculum lavori prestigiosi realizzati in ogni parte del mondo. Lo si vede spesso sui campi da tennis in ore impensabili, mezzogiorno e dintorni.
Gabriele Paci è un morcianese di 43 anni; in banca dal 2000. Laurea a Siena in Scienze economiche e bancarie, esperienze in numerose aziende, oggi lavora in una società che opera nel software. Per certi versi è un figlio d’arte. Il babbo, veterinario, per anni è stato nel consiglio d’amministrazione della BPV. Consiglio che ha anche diretto.