– Il palcoscenico politico morcianese esprime già i primi attori in vista delle elezioni comunali del prossimo giugno. Il sindaco Giorgio Ciotti, l’ago di ogni raggruppamento, si diverte a giocare ma sembra che abbia effettuato il famoso salto della quaglia. Ufficialmente della Margherita (tuttavia considerato troppo autoreferenziale e solista ed aperto ad ogni trattativa), Ciotti abbandona la propria squadra di centro-destra per colorarla di rosso e targarla centro-sinistra. Con quest’operazione lascia gli amici di quasi 5 anni, gli uomini di Forza Italia ed An. Trattiene con sé, come assessore, quell’inossidabile di Danilo Ottaviani, che ha nelle proprie tasche, come ama dire, le tessere di tutti i partiti socialisti in circolazione: “Io, i socialisti, non li ho mai lasciai”.
I diessini, in Consiglio comunale con un atteggiamento morbido verso la giunta Ciotti, concreti, mandano giù il boccone Ciotti e molto probabilmente gli metteranno anche le briglie a chi ha amministrato la città senza coinvolgere le associazioni di categoria ed i cittadini. Sul fronte interno Atos Berardi, l’ex sindaco, che non vede di buon occhio l’operazione Ciotti, minaccia liste civiche trasversali, ma alla fine molto probabilmente dirà uno storico “Obbedisco”. Berardi vale, da solo, qualche centinaio di voti. Se si mettesse di buzzo buono, con alleati trasversali, potrebbe rendere la passeggiata di Ciotti spinosa, se non infestata di chiodi arrugginiti.
In questi 5 anni, Ciotti ha egemonizzato la giunta, da una parte; dall’altra, si è alleato con i Ds di Rimini (l’operazione Ghigi ne è la prova) e guerreggiato con i Ds di Morciano e Valconca.
La probabile conversione di Ciotti è avvenuta anche per la nascita ufficiale dell’Udc morcianese. Il centrodestra, con questo scarto di direzione, si trova sul campo aperto. Deve ritrovarsi e cercare un candidato alla poltrona di primo cittadino, che con molta onestà, proprio non si intravede.
Mario Garattoni, ex Pri, consigliere comunale della Lega, un signore anche con il polso della situazione, afferma che dal bussolotto a sindaco di Morciano, è come gli incontri di calcio di cartello, ci vuole una tripla: x, 1, 2.
Morciano è una città che vive la politica in modo dinamico, dove i partiti contano ma, con allegria, fino ad un certo punto. Non è un caso che dal dopoguerra ad oggi un solo sindaco è stato eletto due volte: Luigi Cavalli, nel ’46 e dal ’56 al ’70. Con i socialisti a far cambiare le giunte. Ora la storia si ripete. Un segnale granitico del cambio di giunta: Nando Fabbri, presidente della Provincia di Rimini inaugura la Fiera di San Gregorio.