“In questo diario di bordo – si legge nel risvolto della copertina – Bontempi racconta le sue esperienze che il mare gli ha sempre dettato come suo naturale elemento: l’amore, il rispetto, l’incanto, la paura. Un racconto serio, preciso, quasi puntiglioso, perché, a ragione, ritiene che la memoria costituisca un patrimonio da non disperdere, per se e per la marineria di Cattolica, alla quale orgogliosamente appartiene”.
Un mattino dell’estate passata lo incontrai in biblioteca a Cattolica, dove suppongo che perseguitassimo il buon Dorigo Vanzolini con le nostre richieste, e mi mostrò con entusiasmo il progetto di una nuova barca che lo affascinava e che voleva acquistare all’alba dei suoi 77 anni.
Colsi l’occasione per dirgli che avevo apprezzato molto il suo libro, ma che attendevo la seconda puntata, i ricordi che si arrestavano al 1998, perché la sua vita mi ricordava quella del Captano Akab, l’eroe di Melville; alla ricerca della sua balena bianca che non trovava mai. Non so come è finita, certo che è fantastico non smettere mai di inseguire i propri sogni.
Guido Paolucci