1) Prendo atto del giudizio su Berlinguer, sulla sua “nefasta scelta di far ingoiare la politica dell’austerità e dei sacrifici ai lavoratori italiani”. Evidentemente chi scrive non ha letto quel bellissimo documento berlingueriano del 1973, e all’austerità ivi proposta (per l’intera società italiana, non per i soli lavoratori: queste sono calunnie) preferisce il consumismo, per di più, oggi, neoliberista. Se lo tenga.
2) Il mio interlocutore ha scelto la via delle casematte gramsciane, solo “motore del cambiamento”. Le casematte di Cattolica consisterebbero nel declamare da un cantuccio del Consiglio comunale con il terrore di diventare maggioranza? Povero Gramsci!
3) Circa Genova, il sottoscritto ha solidarizzato con i giovani vergognosamente percossi e feriti dalla polizia.
4) Gramsci non scelse l’eremo, e si scontrò in carcere contro il suo partito che praticava la linea del socialfascismo.
5) Nel 2001 il sottoscritto ha rotto con il Di Pietro dell’isolamento elettorale, scrivendo letteracce sia a Di Pietro sia ad una cittadina di Cattolica allora allineata con lui. Se servirà, potremo verificare.
6) Molto più di Di Pietro, alla vittoria elettorale di Berlusconi ha contribuito Rifondazione comunista, allorché nel 1998 ha fatto cadere il governo Prodi e nel 2001 ha rifiutato anch’essa l’alleanza contro Berlusconi. Ma dico viva Bertinotti, se Bertinotti, come sta accadendo, torna sui suoi passi e parla di futuri ministri di Rifondazione (l’etica della responsabilità!!). Oggi con Bertinotti sono d’accordo io, ma non i rifondatori di Cattolica, affetti dalla malattia infantile del comunismo, l’estremismo (Lenin).
7) Nessuna voglia di rivalsa polemica da parte mia, ma anzi l’auspicio che in avvenire si realizzi una ricerca comune tra i cittadini democratici di Cattolica e che le generose energie dei migliori tra i giovani rifondatori cattolichini possano giovare alla causa comune della trasparenza e della giustizia sociale.
8) Il sottoscritto non parla a nome di nessuno. Non ho a che fare con uno sparuto gruppetto? Me ne compiaccio, ma sappia il mio interlocutore che si fa presto a diventare sparuto gruppetto. Gli argomenti che mi sono stati contrapposti sembrano confezionati su misura per determinare tale non esaltante risultato. Peccato. Sto proprio contrastando il pessimismo di miei ex allievi ferraresi, ora quarantenni-cinquantenni, che mi esternano il loro disagio nell’incontrare a Cattolica soltanto coetanei privi di coscienza civile ed interessati esclusivamente al far soldi, e se posso farlo è perché negli amici dell’ Arcobaleno ho intravisto la nascita di una Cattolica nuova e diversa. Frequentandoli ho conosciuto persone adorabili e ricche interiormente, con le quali rimpiango di non poter sperare di unirmi a lungo, giunto come sono in dirittura d’arrivo. Perché volete rovinare tutto?
Alessandro Roveri, professore di Storia contemporanea all’Università di Ferrara