– E’ caldissima la situazione politica riminese. Lo è ormai da diversi mesi, e lo sarà sempre di più in vista delle prossime elezioni amministrative. I partiti sono ormai in fibrillazione da poltrona e, nessuno escluso, stanno mettendo in campo le grandi manovre sotto l’attenta guida di questo o quel generale.
Manovre che formalmente sono mirate e mettere in campo i programmi, ma in realtà a sistemare le persone. E una delle strategie di battaglia principali si lega alla ricandidatura di Alberto Ravaioli a sindaco, in ticket col vice Maurizio Melucci. Da tempo ormai i Ds, per la precisione l’immarciscibile segretario comunale Tonino Bernabè, ribadisce che Ravaioli dev’essere il candidato con Melucci al suo fianco. Bernabè, per parte sua, punta ad altre eventuali future responsabilità.
E da altrettanto tempo la Margherita nicchia. Perché? Perché quella vecchia volpe di Ermanno Vichi non vuole che si piazzino troppi altri della Margherita nei posti chiave. Già per lui, che punta alla candidatura al Parlamento, l’elezione (assai inaspettata) di Roberto Piva in Regione è stata una “maledizione”. Ora la ricandidatura di Ravaioli assai difficilmente potrebbe essere un altro elemento di freno a lui, nello scacchiere delle poltrone. Per questo si dice stia frenando (anzi, facendo frenare il portavoce Roberto Mussoni) fino a che non avrà avuto lui delle garanzie. Le voci degli ultimi giorni parlano di una crescente ostilità, dentro il partito, rispetto a questo suo modo di condurre le cose. Tanto che, alla fine, dovrebbe esserci il via libera a Ravaioli, salvo il fatto che Vichi, e i suoi, vorranno piazzare un buon numero di assessori in giunta: sindaco commissariato dalla Margherita?
Quindi la partita dei Riformisti: il nuovo gruppo consigliare con lo Sdi, l’ex socialista poi di Fi Rino Mosconi e l’ex della Margherita Giovanni Righini. Gruppo che rappresenta una lista civica in costruzione a Rimini, cui aderirà tra l’altro ex assessore al Turismo, ex diessino, Massimo Lugaresi. E anche loro, a seconda almeno di quanto otterranno (sono forti nella zona nord della città) vorranno piazzare loro uomini in giunta.
Rifondazione Comunista non tralascia qualche puntura di spillo, più che ogni tanto, al di là delle presenze assessorili, pare difficile che Cesare Mangianti non punti a qualcosa in più oltre alla presidenza del Consiglio comunale.
I Comunisti Italiani, ora fuori dalla giunta, vogliono entrarci, lo hanno già detto chiaramente al sindaco. Quindi la grande incognita dei Verdi. Dopo che Giulio Starnini, eletto consigliere, è passato ai repubblicani, non si sa bene chi lo sostituirà, anche perché il partito è assai spaccato all’interno.
Si sta facendo vedere, ultimamente, la coordinatrice Anna Maria Fiori. Ma magari a Luigino Garattoni, ora consigliere provinciale, potrebbe non dispiacere fare una capatina nella giunta comunale. Insomma la situazione è quantomai fluida e ogni giorno porta novità. E di qui alle elezioni, non potrà che essere sempre più così.