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La cultura della vite e del vino nel Riminese

Redazione di Redazione
17 Febbraio 2005
in Dalla nostra terra
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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L’iniziativa, riservata ai produttori vitivinicoli provinciali, oltre ad essere finalizzata ad accrescere la conoscenza della nuova DOC, ha stimolato la crescita del livello qualitativo del prodotto. Per aderire al progetto infatti i viticoltori riminesi devono garantire un livello minimo di qualità del vino commercializzato con il predetto marchio.
Sulla strada intrapresa, nell’intento di elevare ulteriormente la qualità del vino doc “Colli di Rimini, la Provincia ha avviato, parallelamente ai “Felliniani”, un ulteriore progetto denominato “Castel Sismondo”, finalizzato a legare al territorio, un tempo culla dei Malatesta, un vino di assoluta eccellenza.
Il progetto, partito a livello sperimentale con la campagna 2002, è stato attivato dalla Cooperativa Valbruna che ha prodotto 12.000 bottiglie presentate nell’edizione 2004 del Vinitaly. Attualmente il vino prodotto nelle annate 2003 e 2004 sta completando la fase di affinamento, prima in barriques e poi in bottiglia.
Con la campagna 2005 si intende passare alla fase operativa in cui il progetto sarà aperto a tutte le aziende vitivinicole singole o associate, ai produttori vinicoli e agli imbottigliatori interessati all’uso del marchio “Castel Sismondo”. La concessione del marchio sarà vincolata al rispetto di un piano di controllo previsto da un apposito disciplinare, in fase di definizione, realizzato con la collaborazione di esperti indicati dal Tavolo di Consultazione Provinciale (Tavolo Verde), il cui campo di applicazione riguarda esclusivamente la DOC Colli di Rimini Rosso.
Per ottenere l’eccellenza qualitativa non c’è altra strada che codificare in un rigoroso protocollo di interventi le operazioni colturali che il produttore vitivinicolo deve attuare.
Per realizzare il vino “Castel Sismondo” si ipotizza di utilizzare i vitigni Sangiovese e Cabernet Sauvignon i cui vigneti siano ubicati in zone collinari ed esposti su versanti soleggiati, con vigneti allevati con metodi che esaltino la qualità della produzione che non dovrà superare, per unità di superficie, gli 80 quintali per ettaro. Il viticoltore, a seconda delle annate, dovrà attivare accorgimenti che evitino di superare le produzioni ammesse.
L’epoca di raccolta sarà determinata rilevando alcuni parametri chimici dell’uva sulla base dei quali si elabora una curva di maturazione ottimale per ogni vitigno utilizzato.
Se in campagna non si trascura nulla che possa pregiudicare la qualità della materia prima, in cantina il rigore non è certo inferiore.
Il vino prima di essere immesso al commercio dovrà trascorrere un periodo di maturazione in piccole botticelle di rovere (barriques) non inferiore a 12 mesi. Il successivo affinamento in bottiglia non sarà inferiore a 6 mesi. L’immissione al consumo può avvenire solo dopo 2 anni a partire dal primo di gennaio successivo alla vendemmia. Così il raccolto del 2005 non potrà essere commercializzato prima della fine del 2007.
Il vino “Castel Sismondo” oltre ad avere parametri chimici che garantiscano la massima qualità, deve possedere determinate caratteristiche a livello organolettico. Prima dell’imbottigliamento, sarà sottoposto al giudizio di Commissioni di degustazione qualificate in grado di accertare la conformità ai parametri organolettici previsti dal disciplinare.
Quando si pongono dei vincoli è necessario che ci sia un ente preposto a controllare il rispetto dei limiti imposti. Una ditta specializzata verrà incaricata ad effettuare tutti i controlli necessari a garantire il rispetto di quanto stabilito nel disciplinare di produzione.
La Provincia di Rimini provvederà a pubblicizzare un bando per la concessione del marchio e tramite la suddetta commissione tecnica, previa verifica dei requisiti di ammissione, iscriverà le aziende interessate e in possesso dei requisiti di idoneità, all’albo dei concessionari del marchio” Castel Sismondo”.
L’auspicio è che i vini di Rimini possano essere espressione di una tradizione e di una cultura che affondano le loro radici in un lontano passato, ma anche della capacità di rinnovarsi per potere affermarsi sui principali mercati nazionali ed esteri.

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