– A teatro il ricordo della conquista della pace, con lo scopo di apprezzarla. In scena il 25 aprile “Riccione Quarantaquattro”, il progetto teatrale sulla Memoria della Linea Gotica. Con il contributo del Comune di Riccione e la collaborazione degli istituti scolastici e storico-culturali del territorio, l’appuntamento è in corso Fratelli Cervi, civico 196, alle 19 (ingresso libero), nell’ex fabbrica Calza & Manzi.
“Ricordo, sì, ricordo. Ricordo che per molti anni ancora dopo la guerra, quando tutta la nostra famiglia si raccoglieva per le veglie, da noi o sotto da mia zia, le nostre serate sono trascorse raccontandoci l’un con l’altro quel che avevamo visto e passato durante lo sfollamento. Prima si diceva il rosario e poi si iniziava a raccontare. Sempre le stesse cose, sempre le stesse storie. Ma avevamo bisogno di continuare a dircele”. E’ la voce di Teresa, una tra le tante intervistate per il progetto sulla Memoria dei testimoni del passaggio del fronte nel Riminese, in quel settembre del Quarantaquattro.
In tutte, c’è la necessità di non perdere il senso e il ricordo di una pace che fu conquista e insieme sacrificio. Di vite e di affetti. E la ricorrenza della Liberazione del 25 Aprile diventa l’occasione per celebrare il superamento dell’aberrazione di una guerra, combattuta casa per casa, qui a casa nostra. E non dimenticare che, altrove, adesso, ne stanno avvenendo altre. Vere, come quella di allora. Spesso peggiori.
Il 25 settembre 2004, per il 60° anniversario della Liberazione di Riccione, venne presentato alla cittadinanza, presso gli ex-magazzini Calza&Manzi (appena demoliti), un prologo di cui anticipiamo un estratto. Gli autori di “Riccione Quarantaquattro” sono Fabio Glauco Galli e Thomas Otto Zinzi.
In scena andranno gli attori professionisti dell’Equipe “Progetto Miniera”, il gruppo di professionisti del mondo dello spettacolo fondato a Roma da Zinzi (in quest’occasione, tra gli altri hanno collaborato Marco Ubaldini, Carlotta Corradi, Marcello Cantoni, Camilla Fabbrizioli, Claudia Pastorelli e Alessandro Corteggiano).
Nutrita è anche la presenza di attori locali, tra cui Giuliano Volpinari e Angela Leardini. Fabio Glauco Galli. Ricercatore sociale, insegnante e consulente informatico, riccionese di 35 anni, già autore di testi teatrali rappresentati. Thomas Otto Zinzi. Attore e regista professionista, italo-americano 45enne, fondatore dell’associazione “Progetto Miniera”, oltre che insegnante di corsi, laboratori, stages teatrali. Vincitore del Premio Vallecorsi 2004.
Una storia di muri: un estratto del prologo messo in scena il 25 settembre 2004
Questa è una storia di muri, sotto gli occhi di tutti? per questo è invisibile? per questo ci abbiamo costruito? anzi calzato addosso un teatro? e non pensate di essere solo spettatori? voi, nonni e nipoti, padri e madri, uomini e donne, di oggi e di allora, non pensate di essere solo gli spettatori della storia? o di una piccola, breve, storia, come quella di stasera? no, no, scusateci, siete voi i primi attori? noi siamo solo ospiti a casa vostra, della vostra memoria? viva? o perché continui ad esserlo… (…)
Si, è una storia di muri?che ci parlano, come questi che ci circondano ora? questa fila di assi davanti a voi, le impalcature dietro, sorreggono quello che resta della vecchia fabbrica Calza e Manzi, di letti e mobili in ferro e legno?su quel lato un varco, come l’imbocco a vista di una galleria che porta?a un altro tempo?e quello in cui siete, ora, per trecentosessantaquattro giorni l’anno, è un parcheggio? ricavato demolendo una decina d’anni fa la struttura originaria della fabbrica che arrivava rasente alla strada?laggiù in fondo?corso Fratelli Cervi, la vecchia Flaminia attorno alla quale è sorto il borgo di San Martino, il nucleo storico di Riccione? e probabilmente è questa la ragione per cui, qui, siamo, forse, nell’unico parcheggio che può vantare, addirittura, un suo numero civico? là dietro, su quella colonna? corso Fratelli Cervi numero cento-novanta-sei? quello alla vostra sinistra invece è uno tra gli edifici più antichi di Riccione, probabilmente il più antico? si dice che sia del Settecento? se è vero, è passato attraverso due terremoti terribili, nella notte di Natale del 1786 e durante l’estate del 1916, che hanno cancellato una dopo l’altra le vecchie “casette” del paese? al resto, poi, ha messo mano l’uomo? e se girate l’angolo fino all’ingresso di un tempo, sull’altro lato, attorno al portone in legno trovate cinque diversi numeri civici? due, diciassette, ottanta, duecentoventicinque, duecentotrentaquattro barra-c?come se quest’edificio avesse messo le ruote e, terremoto dopo terremoto, generazione dopo generazione, stagione dopo stagione, si fosse spostato attorno al ventre di questo paese? o forse sono gli altri muri di Riccione ad aver cambiato di posto attorno a lui? chissà? sono gli stessi dubbi di quando lo sguardo si affaccia fuori da un treno in corsa? chi è a muoversi davvero? il mondo attorno o il treno? a chi credere?… alla testa? agli occhi? o al cuore?… (…) ?finchè il treno della nostra storia, quella di stasera, si infrange contro il mille-novecento-quaranta-quattro? trentanove?quaranta?quarantuno? quarantadue? quarantatre? QUARANTAQUATTRO? l’anno in cui la guerra di tutti contro tutti, in tutti i luoghi del mondo, arriva anche a Riccione? qui come altrove? a chi credeva di imporre, al binario della storia, la propria storia? come a quelli che volevano semplicemente vivere? e a quelli che si battevano per dare un senso diverso alla storia di tutti? tutti uguali? tutti ugualmente indifesi e colpiti a caso da una sciagura senza pudore? il gorgo della guerra arriva e si riprende tutto? dal cielo, da terra e dal mare?quelle case, botteghe, fabbriche? le spiagge imbandite, le barche al largo, i campi da trebbiare? tutto quello spazio di vita ando’ perso, restò come sospeso? nel dolore sul muro più alto di tutti, quello degli uomini tra loro…