– Una variante generale al Prg (Piano regolatore generale) rovente nella stagione politica dello scorso aprile. Rifondazione comunista fa saltare la prima votazione e contesta i tempi ed metodo di voto nella seconda.
Ma andiamo con ordine. L’11 aprile in Consiglio comunale si deve approvare la variante generale. E’ fatta di 17 punti che vanno ad incidere sullo sviluppo urbanistico della comunità.
La votazione è a pacchetto. La maggioranza approva e la minoranza vota contro.
“Il giorno dopo – ricorda Antonio Menghi, consigliere comunale di Rifondazione comunista – mi accorgo che uno dei punti riguardava un parente dell’assessore Davide Clementi, che per legge doveva uscire dall’aula. Invece, Clementi si è molto adoperato per far uscire un consigliere del centrodestra, Luciano Bordoni, mentre lui resta. Ne parlo col sindaco. La votazione dell’11 aprile viene annullata. La variante viene riportata in Consiglio il 22 aprile”.
“Ma anche qui – continua Menghi – ci sono delle cose che non vanno, a mio parere. Credo che l’11 aprile, fosse l’ultimo giorno utile per approvare una cosa di tale portata. La legge regionale dice che varianti notevoli devono essere approvate entro i 5 anni dall’entrata in vigore del Prg. Guarda caso l’11 aprile era l’ultimo giorno utile. Inoltre, contesto anche il metodo. Per coinvolgere la minoranza alla vita della città, e far discutere la maggioranza, i punti dovevano essere sottoposto al voto, singolarmente. Noi di Rifondazione comunista una decina li avremmo votati. Ad esempio, siamo favorevoli all’ampliamento di due aziende, alla correzione degli errori sulle planimetrie ed al parco della Tombaccia. Dove al privato, che concede la terra, sono stati dati in cambio 900 metri quadrati di edificabile. Troppo, a nostro parere. Avremmo votato no a chi ha chiesto di cambiare destinazione alle terre: da agricole ad edificabili. Perché tale beneficio o va dato a tutti i marignanesi che sono in quelle condizioni, oppure a nessuno. E’ stato svincolato il terreno ai piedi di Monte Lupo, il parente di Clementi, ma perché a lui sì ad altri no? L’amministrazione si difende sui tempi dicendo che non è una variante strutturale. Clementi ha scritto una lettera al Comune dove parla di una disattenzione. Non concordo perché il vice-segretario lesse la legge sulla parentela con molta chiarezza. Purtroppo il sindaco sull’urbanistica non mette becco; ha lasciato tutto nelle mani di Clementi”.