– Giuseppe Crescentini è un uomo riservato e un artista di talento che ha qualcosa da dire attraverso la pittura. “Astratto, una ricerca nell’emozione del colore” è il titolo della sua personale che si sta tenendo a Pieve di Cento (Bologna), presso il Museo d’arte delle generazioni italiane del ‘900. Aperta lo scorso 30 settembre, chiuderà il 22 ottobre; da martedì alla domenica, dalle 10 alle 18.
Allievo di Pietro Zampetti, Riccardo Gresta è uno storico e critico d’arte di prestigio. Ha scritto della pittura di Crescentini: “Una storia giunta ormai alla sua maturità. Formatosi uno stile personale nei primi anni Ottanta, Crescentini non lo ha più cambiato; l’ha solo modificato volta a volta secondo il variare del tempo e della ispirazione; si può dire che è forse un naturalista con propensioni verso l’informale, un informale lirico, ma soprattutto è sempre stato se stesso. Da oltre vent’anni dipinge procedendo lento per gradi, senza mutazioni di temi, modifica la materia, affida ogni cosa all’intelligenza, ma spesso poi, contro voglia e contro le apparenze, cede alle emozioni; è riuscito così a bruciare le eccedenze, ogni cosa è ridotta alla sua essenza e tutti vibra per una verità semplice e suprema in un linguaggio che diventa sempre fermo più stratificato, pur con tante vibrazioni emozionali. Crescentini crea opere silenziose, immobili, intoccabili, assolute, mostrando ancora una volta, se ve ne fosse bisogno, che la sua pittura è ormai un’avventura spirituale e quasi panica e il colore, puro e luminoso, costruisce per empatia una condizione di purificata energia interiore”.