– Il più visitato museo marchigiano si trova in “Romagna”, con benefici reciproci: è il borgo di Gradara; 29° in Italia. Stacca più biglietti del Palazzo Ducale di Urbino. Al 30 settembre, nel castello sono entrati ben 187.000 appassionati. La volontà è di crescere, crescere e crescere. E su tale strada si sta lavorando con un impegno non inferiore alle idee.
L’assessorato al Turismo e allo Sviluppo economico, dallo scorso giugno, è retto da un giovane di certo talento, Andrea De Crescentini, un urbinate che ha vissuto fino a 20 anni in Veneto, a Cittadella: cultura e certosina applicazione austro-ungarica. Trentatré anni, è il responsabile dei Servizi museali del Palazzo Ducale di Urbino e della Rocca di Gradara e fino ad un anno fa di Ravenna, Pomposa e Ferrara. Ed è in tale veste che è giunto a Gradara. Da cosa nasce cosa e si è ritrovato a fare l’assessore. Grazie alla legge di quella bella mente di Alberto Ronchey, ministro del Turismo, in pratica sviluppa una serie di attività legate ai musei: biglietteria, book-shop, ristorazione. Tutta roba che da decenni esiste all’estero; in ogni caso meglio tardi che mai.
Ci si è dato uno slogan: “Gradara capitale del Medio Evo” che va riempito con i contenuti. Dice De Crescentini: “Ci vorremmo legare a tale periodo semplicemente perché è il tempo di massimo splendore del borgo. Vogliamo che Gradara sia la macchina del tempo, guardando ai numeri, senza tralasciare l’aspetto culturale e filologico, altrimenti rischiamo di diventare una Disney e non lo vogliamo. L’obiettivo è cercare di destagionalizzare”.
“Vorremmo fare leva su più livelli. Uno potrebbe essere fare dei piccoli congressi, massimo 100 posti che rappresentano il 62 per cento del settore, in collaborazione con gli albergatori di Gabicce Mare e Cattolica. Su un piano diverso, ma complementare, è che abbiamo avuto richieste dagli albergatori per aprire delle dependance a Gradara per un’offerta turistica diversa”.
“Il secondo punto – continua l’assessore – è presentare durante la stagione mostre di un certo livello. Qualora ci fossero le condizioni, come spazi, abbiamo come ipotesi una antologica su Elio Fiorucci, che celebra i 40 anni di attività. Lo stilista ha legato il proprio nome al fatto che i suoi negozi erano anche punto di incontri culturali e ha affrontato più temi: moda, pittura, cinema, musica (vestito Madonna), pubblicità (disegnato bottiglia della Coca Cola). Un’altra mostra potrebbe riguardare Salvatore Fiume per i 10 anni dalla morte; è siciliano ma ha studiato in Urbino. Altre idee: Picasso, Mirò”.
“Questo – argomenta De Crescentini – creerebbe un indotto di didattica museale e sul merchandesing. Inoltre, va fatto assolutamente girare il nome di Gradara sui mezzi di comunicazione. Una bella mano è giunta da ‘Assedio al castello’ che ha conquistato il Tg5, articoli sulle testate. Gradara fa parte dell’associazione che raccoglie le 181 città fortificate nel mondo. E forse potrebbe nascere qualcosa con il Veneto, che vale il 10 per evento del nostro turismo. Con Verona, si è parlato di un Festival del cinema d’amore”.
Altro progetto per attirare visitatori è creare spettacoli con i falchi in un’arena da 500 posti al Monte delle Bugie, sotto la Rocca ed eventualmente aprire una scuola di falconeria”.
La scorsa estate alcuni eventi di cultura hanno avuto una buona eco. Allestita al piano nobile del castello una mostra sul “Eleonora Duse e Francesca da Rimini”, in collaborazione con la prestigiosa Fondazione Cini di Venezia. E una mostra su Francesco Corni, illustratore di Bell’Italia e Bell’Europa che ha disegnato anche di Gradara. Alcuni suoi scorci del borgo vorrebbero essere replicati in serigrafia e venduti ai turisti. Per restare nell’ambito prezioso della cultura, è stato chiamato a Gradara Massimo Montanari, tra i maggiori storici mondiali dell’alimentazione. Quando l’economia parte dal sapere e dai sapori: il menù medievale.