– Ampliamento dell’inceneritore di Coriano, la questione si può mettere così: partita tutta aperta, tutta da giocare, con un arcobaleno di sorprese. Dopo una lunga battaglia il presidente della Provincia di Rimini, Nando Fabbri, sembra che abbia l’intenzione di accogliere tutte le richieste (osservazioni al Piano provinciale dei rifiuti) dei comuni di Riccione, Coriano e Misano, sorrette da consiglieri dalle posizioni ferme, non meno che civili: Sandro Pizzagalli e Cristian Conti (Rifondazione comunista), Fabrizio Piccioni (Comunisti italiani), Luigino Garattoni (Verdi), Antonio Padalino (già Italia dei valori, gruppo misto). I consiglieri provinciali diessini invece, almeno ufficialmente, hanno sempre assecondato il presidente Fabbri. La svolta di Fabbri è avvenuta in maggio durante un incontro informale con la maggioranza. Tra l’incudine e il martello l’assessore provinciale all’Ambiente Cesarino Romani. Verde, ha portato il Piano in Consiglio.
Adriano Torsani, assessore all’Ambiente di Misano, grande sensibilità, argomenta: “Il futuro passa per la raccolta differenziata. Noi nel 2004 eravamo al 12 per cento; siamo passati al 15 l’anno dopo. Adesso ci attestiamo attorno al 20. Il nostro obiettivo è arrivare al 35 entro il 2006, 45 entro il 2008, altrimenti saremo sanzionati dalla legge. Approvata dal governo nell’aprile del 2006, infligge una multa del 20 per cento alle amministrazioni che non raggiungono tale risultato. Multa che i cittadini si ritroveranno poi sulla bolletta. L’obiettivo forte è posto al 2012: differenziare il 65 per cento della raccolta. Con questi risultati da raggiungere, è quindi evidente che si necessita della sensibilità dei cittadini a fare una maggiore raccolta differenziata; da parte sua, il gestore del servizio, Hera, deve mettere in atto progetti che rendano possibile raggiungere l’obiettivo fissato dalla legge. Con questa fotografia, penserei al quarto forno, ma prima di smantellare il terzo ci penserei, anche perché dovranno andare in discarica solo i residui dell’inceneritore e non più l’indifferenziato”.
“Poi – continua Torsani – c’è il problema delle nanoparticelle prodotte dagli inceneritori di ultima generazione. A quanto mi risulta sono più pericolose delle emissioni dei vecchi forni; occorre una verifica scientifica dell’Istituto superiore della sanità”.
Mario Galasso, assessore all’Ambiente a Riccione, si è battuto con gagliardia contro il Piano provinciale. Argomenta: “Se noi raggiungiamo il 50 per cento di raccolta differenziata, la terza e quarta linea sono più che sufficienti per i fabbisogni provinciali. Il fatto che ci ha mandato in crisi è l’aver incontrato lo studioso di nanoparticelle Stefano Montanari (consigliere di Beppe Grillo). Dimostra, dati scientifici alla mano, che i moderni inceneritori sono peggiori dei vecchi; a temperature elevatissime producono particelle inferiori alle Pm10. Polveri talmente sottili che non riescono ad essere bloccate dalla pelle e che provocano forme tumorali. Partendo da tutto questo, la priorità è spingere sulla raccolta. A questo punto si pone questa domanda: vale la pena costruire il quarto forno? Non sarebbe sufficiente un restyling degli esistenti, che producono particelle più grandi delle Pm10? Riccione, Misano e Coriano hanno chiesto la consulenza scientifica all’Istituto superiore della sanità: indagine epidemiologica e il monitoraggio sulla caduta delle polveri dell’inceneritore partendo dai dati dell’Arpa”.
Massimo Pierpaolini, saludecese, consigliere provinciale forzista, che barattò col sorriso sulle labbra il suo voto a favore dell’adozione del piano Fabbri con finanziamenti per 1,5 milioni di euro a favore dell’entroterra. Afferma, sempre con il suo classico sorriso: “La partita è tutta aperta. Ho presentato un’osservazione al Piano dove dico che Raibano ha già dato e dunque va smantellato. Se Galasso, l’assessore di Riccione, vuole fare una guerra a favore dell’ambiente deve far chiudere l’autostrada che inquina molto di più dell’inceneritore. E poi deve far chiarezza nel suo partito; il Piano è stato portato da uno di suoi, Romani. Oggi, il problema non sono i rifiuti civili ma quelli industriali. Ed è anche immorale spedire l’immondizia nelle zone più povere del paese. Voto a favore soltanto se Fabbri mi dà l’assessorato all’Ambiente”.
Fabrizio Piccioni, Comunisti italiani: “Prima di ogni scelta va avviata un’indagine dall’Istituto superiore della sanità sugli agenti inquinanti. E vedere se in passato l’inceneritore è stato causa di tumori. Dopo c’è un altro dubbio, se entro il 2012, come dice la normativa europea, bisogna arrivare al 65% di raccolta differenziata, perché spendere 50 milioni di euro per la quarta linea, quando gli esistenti sono già sufficienti. Voglio sottolineare che le nostre osservazioni non sono mediabili; le abbiamo già mediate al momento della presentazione”.
Sandro Pizzagalli, consigliere provinciale di Rifondazione, si è battuto con molta forza contro questo Piano provinciale dei rifiuti: “Se le nostre osservazioni dovessero essere rigettate, il nostro voto sarà contrario al Piano. Poi ci sono le microparticelle che cambiano i colori della fotografia”.
di Francesco Toti
I FATTI
LE RAGIONI DI HERA
– La società pubblica, con le firme-approvazione di tutti i comuni della provincia di Rimini, a Raibano può costruire il quarto forno e tirare su la centrale elettrica.
DIFFERENZIATA
– Una comunità di un certo tipo la dovrebbe spingere. Invece, in provincia si arretra. Siamo attorno al 22 per cento. Primo obiettivo: 35 per cento.
PIANO PROVINCIALE
– Punti del Piano provinciale: costruzione del quarto forno, più raccolta differenziata, apertura di una discarica. Nessuna sicurezza sulla chiusura dei due forni vecchi e di spingere sulla raccolta differenziata.
IL PUNTO DI VISTA
Rifiuti, Fabbri ha cambiato idea?
Il presidente della Provincia aveva spaccato la maggioranza sul voto d’adozione, approvato con Forza Italia. Invece, sembra che abbia cambiato idea
– A sentirlo parlare Nando Fabbri, presidente diessino della Provincia di Rimini, è un paladino delle questioni ambientali. Alcune delle sue parole d’ordine: governare il territorio pensando al suo equilibrio, sostenibilità e innovazione, difesa e valorizzazione del paesaggio, qualità al posto della quantità. Invece, un anno e mezzo fa quando l’assise provinciale si pronunciò sull’adozione del Piano provinciale dei rifiuti ci vollero i voti di Forza Italia per l’approvazione. Sulla questione aveva sfilacciato la maggioranza (Rifondazione, Comunisti italiani, Italia dei valori e Verdi contrari) e anche il territorio (Riccione, Misano e Coriano e tutta la Valconca contrari). Senza contare che anche in casa diessina molti avevano votato a favore, ma turandosi e storcendo il famoso naso e per qualcuno, Sandro Tiraferri e Sergio Funelli, si presentava anche l’abusato conflitto di interessi (il primo era, ed è, presidente di Hera, il secondo vi lavorava). Il Piano prevedeva la costruzione della quarta linea dell’inceneritore di Coriano e il mantenimento delle altre tre.
In un anno il potentissimo presidente sembra che abbia cambiato idea. La Provincia dovrebbe spingere sulla raccolta differenziata, mentre sulla partita inceneritore anche alla luce delle nuove scoperte scientifiche non si sa più che fare.
Fabbri dovrebbe imprimere una svolta allo sviluppo urbanistico e all’assetto del territorio. Una civile raccolta differenziata dovrebbe essere la pietra miliare. Con poco più del 20 per cento, siamo ad una percentuale da paese arretrato, sia per noi stessi, sia per qualificarci come grande potenza turistica europea.
CURIOSITA’
A Coriano circa 500.000 euro l’anno di servitù
– Per Coriano l’inceneritore è una autentica manna dal cielo. Si trova in un angolo del suo territorio, ma dentro le case dei riccionesi e dei misanesi. Sono loro a sopportarne i cattivi odori e le polveri più o meno sottili. Riceve dalla comunità provinciale, Coriano, circa 500.000 euro l’anno di indennità da servitù da inceneritore.
Inceneritori e tumori, quali relazioni
Studi epidemiologici condotti dal 1987 al 2003 sotto il controllo dell’Istituto Superiore di Sanità affermano che alcuni sono da associare alle emissioni
– Quali relazioni tra gli inceneritori e il tasso dei tumori in una determinata area? Non ci sono dati certi.
Scrive il Comitato cittadino Riccione per l’energia pulita: “Le sostanze inquinanti emesse dai forni inceneritori possono causare tumori. Lo affermano gli studi epidemiologici condotti dal 1987 al 2003 sotto il controllo dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo queste ricerche contenute negli annali dell’Istituto Superiore di Sanità (anno 2004) tumori come il carcinoma polmonare, il linfoma non Hodgkin, i sarcomi dei tessuti molli e i tumori dell’infanzia, sono da associare alle emissioni degli inceneritori dei rifiuti. Per questo è indispensabile e urgente attuare un programma di riduzione dei rifiuti mettendo in pratica la strategia ‘rifiuti zero’.
Le proposte fatte da tempo dal Comitato Riccione per l’energia pulita alla soluzione del problema dei rifiuti trovano un autorevole appoggio nelle affermazioni del rappresentante del dipartimento di sanità pubblica della Usl di Rimini, Fausto Fabbri il quale, alcuni giorni fa, davanti alla commissione rifiuti della Provincia in merito al progetto di ampliamento dell’inceneritore dei rifiuti di Coriano ha pubblicamente affermato che:
1) ‘l’attenzione rivolta alla riduzione della produzione dei rifiuti, al loro riciclaggio e riutilizzo è inadeguata’;
2) ‘per minimizzare il rischio di danni alla salute della popolazione occorre ridurre al minimo la quantità di rifiuti da incenerire, limitando l’incenerimento ai rifiuti prodotti nella provincia di Rimini’;
3) ‘occorre ridurre al minimo le emissioni in atmosfera particolarmente per le sostanze ritenute a maggior rischio sanitario’.
L’area di Raibano è da bonificare dalle emissioni nocive e non da sovraccaricare ulteriormente. Se si attuasse un serio programma di riduzione dei rifiuti, che è possibile sin da ora, per le necessità della nostra provincia non è necessario costruire un’altra linea dell’inceneritore, ma sarebbe sufficiente utilizzare solo la terza. Chiediamo ai politici di anteporre la salvaguardia della salute dei cittadini agli affari di Hera”.
NUMERI
Rifiuti, se ne producono 240.000 tonnellate l’anno
Produzione giornaliera pro-capite di 2,2 kg
– I quasi 290.000 abitanti della provincia di Rimini producono rifiuti solidi urbani per circa 240.000 tonnellate l’anno, quasi una tonnellata a testa, con una produzione giornaliera pro-capite di 2,2 kg. Attraverso l’inceneritore di Coriano si ha la capacità di smaltirne 160.000. Il resto lo esporta nella discarica di Sogliano (provincia di Forlì-Cesena).
La legge afferma che ogni provincia deve avere una capacità autonoma. Smaltire una tonnellata di rifiuto costa alla comunità circa 120 euro. I cittadini avrebbero nelle mani il potere civile della raccolta differenziata, invece nei cassonetti ci infilano di tutto e di più, come il prato tagliato e le potature. Non sono mancati oggetti che hanno provocato danni per decine di migliaia di euro, come calcinacci e pali di cemento delle viti, ad esempio.
I FATTI
VOTO PROVINCIALE
– Il 14 dicembre 2004 la Provincia di Rimini ha adottato il Piano rifiuti. Hanno votato a favore Ds e Margherita e Massimo Pierpaolini, Forza Italia. Hanno votato contro An, Forza Italia, Pdci, Rifondazione, Gruppo misto (Padalino) e Verdi. Risultato: 13 sì a 11 no.