– In questo ridente paesello esiste una fabbrica di armoniche a piano, aperta dai F.lli Galanti, fin dal secondo semestre 1924. La scarsezza delle costruzioni li aveva costretti a collocare gli operai in ambienti ristretti e distribuirli in diversi caseggiati. Sorse perciò in essi l’idea di costruire un apposito fabbricato nelle immediate adiacenze del paese, ma si presentarono varie difficoltà per la penuria del terreno a ciò adatto. L’unico a prestarsi era quello di proprietà della locale Congregazione di Carità la quale, dietro richiesta degli interessati e dopo l’approvazione dell’Autorità Tutoria, fece la cessione dell’intero poderetto Tavello.
Domenica, 14 corr., sotto un sorriso di sole che rese ancor più sentita l’interna letizia del popolo mondainese, si svolse la cerimonia della posa della prima pietra del nuovo, ampio fabbricato che potrà accogliere, ben sistemati, oltre cento operai. Nelle ore pomeridiane, attirato dalle note allegre della banda del Dopolavoro Comunale, il popolo si raccolse sul luogo ove già sono stati iniziati i lavori di sterro. Erano presenti le Autorità Politiche, amministrative e Religiose. Il Molto rev. Arciprete Don Giuseppe Pedretti, vestiti i sacri parametri, impartì la benedizione al blocco che poi fu fatto discendere nella fondazione già preparata. Un caloroso battimani e grida di evviva accompagnarono la rapida discesa. Appena compiuta la cerimonia religiosa, il Molto Rev. Arcipr. Don Cagnolo rivolse al popolo calde parole vibranti di patriottismo. La Patria – egli disse – si rinnova con un lavoro costante e intelligente: solo con la concorde collaborazione fra capitale e lavoro si può procurare il vero benessere del popolo. Esaltò inoltre lo spirito intraprendente dei F.lli Galanti, il loro attaccamento al paese natio al quale hanno dato e danno prosperità, il loro amore verso la Patria di cui rendono onorato il nome nelle lontane Americhe ove esportano totalmente le loro armoniche.
A rendere più completa la festa che riempì di esultanza la popolazione locale, è stato offerto dai fratelli Galanti un sontuoso rinfresco e, calata la notte, sono stati incendiati i fuochi artificiali. La simpatica festa, benché improvvisata, riuscì compitissima.
Articolo pubblicato su “Il Popolo di Romagna” (Fonte: Biblioteca Gambalunga di Rimini)
Ricerca a cura di Dorigo Vanzolini