L’impresa è riuscita a quello scanzonato di Omar Menghi, sempre spigliato, sempre diretto, sempre pronto a sdrammatizzare tutto. Lo scorso 3 e 4 giugno, grazie ad una wild card, ha partecipato alla tappa italiana del motomondiale nella classe 250, su un’Aprilia (all’arrivo è 16°, ottimo risultato per un debuttante).
La sua storia è stata raccontata il 3 giugno dalla Gazzetta dello sport, a pagina 23, a corredo di un lungo articolo su Valetino Rossi. Titolo: “Menghi, la ‘prima’ a 30 anni”.
E’ anomalo, Omar, riesce a massacrare la retorica. A chi gli ha telefonato per il fatidico in bocca al lupo venerdì, giornata di prove libere, ha detto: “Credevo che mi tremassero le gambe, invece no. Mi sto davvero molto divertendo”.
La sua storia ha incuriosito i giornalisti al seguito del circo dei motori. Interviste di Guido Meda per Italia1, la rete del motociclismo. E quella vecchia pettegola della Gazzetta che dedicato un servizio sabato mattina, mettendo al centro il nome della squadra che è significato autentico: Vft, ovvero Valerio Family Team. Valerio è il babbo. Un geniaccio dei motori. Lui sì che riesce ad emozionarsi. Partecipando al Mugello, come babbo e capo-meccanico, ha coronato il suo sogno bambino di incantato tifoso di Renzo Pasolini.
L’antivigilia delle gare, dal lunedì al mercoledì, le famiglie Menghi-Casadei (quella della mamma Gabriella) si sono ritrovate al completo per allestire a mo’ di camper un camion furgonato più adatto al mondiale e all’europeo, il trofeo al quale prende parte Omar. Un amico gli ha detto a Valerio: “Ti sei inventato un mestiere. Piuttosto che continuare a fare impianti elettrici, potresti costruire camper”.