In occasione del terzo centenario della nascita di Papa Clemente XIV (al secolo Giovan Vincenzo Antonio Ganganelli nato a Santarcangelo di Romagna), l’assessorato alla Cultura del Comune di Sant’Angelo in Vado, ha allestito la mostra tematica dal titolo “Clemente XIV e il suo tempo” che resterà aperta fino al prossimo 29 ottobre. Le ragioni della mostra marchigiana risiede nel fatto che la famiglia del papa era originaria di Sant’Angelo in Vado.
La mostra è composta di documenti storici, dei quali molti inediti, volti a delineare la figura di questo pontefice che ha fatto molto parlare di sé per aver soppressa la Compagnia dei Gesuiti.
L’esposizione è allestita nella Pinacoteca Civica di Santa Maria Extra Muros con la creazione apposita di una sala dedicata alla figura di Papa Ganganelli denominandola appunto “Sala Clementina”. I pezzi sono riuniti per la prima volta arricchendosi con altre memorie storiche prestate da privati, studiosi e discendenti della famiglia Ganganelli.
Frate, col nome di Lorenzo, dell’ordine dei Conventuali di San Francesco (studiò a Urbino), si distinse come oratore sacro e per la solida preparazione filosofica e teologica. Chiamato nel 1740 a Roma da Benedetto XIV che lo pose a capo del convento di San Bonaventura, fu anche consultore del Santo Uffizio: Clemente XIII lo creò cardinale nel 1759. Nel 1669 fu chiamato al soglio pontificio. La sua figura rimane legata ai Gesuiti, e pur essendo uomo di larga umanità e di vasta cultura, e pur cercando di far valere il suo spirito conciliativo in mezzo alle forti pressioni della nuova cultura illuministica, nel 1773 firmò il decreto di soppressione della Compagnia.
I fatti fondamentali del suo pontificato: i tentativi di riavere i possedimenti tolti alla Chiesa; l’avvio dei lavori di prosciugamento delle Paludi Pontine; il documento in difesa degli ebrei in seguito al pregiudizio di omicidio rituale; la fondazione del Museo Vaticano che porta il suo nome (Museo Pio-Clementino, poi continuato dal suo successore). Per quest’ultima opera Clemente XIV incaricò Winckelmann di raccogliervi le statue antiche. Così come personalmente acquisì alcune opere d’arte che erano state alienate, ancor oggi conservate nei musei Capitolini.
E’ celebre il suo monumento funerario; opera di Antonio Canova, è conservato nella basilica dei Santi Apostoli a Roma.