– Ma perché le borse di studio alla memoria di Guido Paolucci? Quali sono le motivazioni? Qual è il rapporto che lo legava alla BCC di Gradara ed alla sua comunità?
La risposta per chi lo conosceva, non è certamente difficile ed il colpo d’occhio di una sala così gremita ne è la dimostrazione.
L’abbiamo dedicata al prof Guido Paolucci perché è stato un personaggio pubblico di valore internazionale, un uomo che ha contribuito nel senso buono a cambiare il mondo; una personalità eccelsa che ha dato lustro alla sua terra ed alla sua città, motivo di orgoglio e di vanto per chi gli è stato vicino.
Le sue scoperte, le sue intuizioni, le sue idee, le sue iniziative in campo medico hanno rivoluzionato un’epoca, hanno demolito vecchie convinzioni, hanno aperto nuove strade, hanno acceso nuove speranze, per molti, per moltissimi, hanno consentito un futuro altrimenti impossibile.
Perché i suoi comportamenti, i suoi insegnamenti, i suoi consigli, restano nitidi nei nostri ricordi, ma soprattutto rappresentano una guida ed un indirizzo sicuro per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, di frequentarlo, di ascoltarlo.
Perché l’attività sociale e solidale svolta dal prof Paolucci lo rendono particolarmente vicino alla BCC di Gradara, che fa della mutualità e della solidarietà, elemento essenziale della sua missione.
Guido Paolucci era molto legato ai giovani, a loro ha dedicato gran parte della sua vita, li ha curati, li ha salvati, ha seguito la loro maturazione, è stato un maestro impareggiabile.
Amava stare fra i giovani, parlare dei loro problemi, seguirli nei loro entusiasmi, partecipare ed incoraggiarli nei loro progetti.
E’ sempre stato uno di loro, era giovane nelle idee, nei comportamenti, nella visione del mondo, della società, della vita.
Guido Paolucci era un entusiasta, un ottimista, un uomo concreto nelle sue azioni, seppur grande sognatore, proprio come i suoi giovani allievi, oppure come i suoi giovani pazienti.
Perché Guido Paolucci ha lasciato un vuoto enorme in tutti coloro che lo hanno conosciuto, e con questa iniziativa ci sembra di averlo ancora presente fra noi, e di ricordarlo in un ambito che a lui piaceva tanto, che gli era molto familiare, che è stato tutta la sua vita.
Quando si parlava di cultura, di gioventù, di futuro, di progetti per la sua città, per la sua gente, Guido c’era, partecipava attivamente, ne era protagonista, ci contagiava col suo entusiasmo.
In questo modo, con questa iniziativa, ci sembra di poterlo trattenere ancora con noi.
Dedichiamo questa borsa di studio a Guido perché era un grande, per meriti professionali, per la capacità di relazionarsi agli altri, per la sua cultura, per la simpatia, per la sua grande umanità.
Perché è stato un innovatore, il primo al mondo che creò i presupposti per istituire l’oncologia ematologica infantile.
Il primo ad applicare le risorse informatiche per la gestione dei protocolli di ricerca clinica.
Il primo a comprendere che la sofferenza non si limitava al paziente, ma che colpiva tutta la famiglia dell’assistito, per questo costituì l’Ageop, istituzione nazionale col compito di affiancare i genitori dei bimbi ospedalizzati.
Perché era un medico eccezionale, un maestro di vita, uno scienziato dotato di una straordinaria umanità, un grande senso dell’ironia, e tanta umiltà.
Ai suoi collaboratori era solito dire che “oltre ad imparare a fare, bisognava imparare ad essere”.
Una giornalista locale, Wilma Galluzzi, che saluto con piacere, nel commemorarne la morte, ebbe ad affermare: “Era un grande che sapeva farsi piccolo per essere più vicino a chi gli si accostava”.
Alla base del suo altissimo valore di medico, c’era il principio che oltre a “dare la cura” bisognava “prendersi cura” del paziente.
Semplici frasi che fotografano un grande personaggio, un’infinita saggezza.
Mi piace ricordarlo così, era la sua filosofia, il suo stile, il suo modo di essere.
Riferendoci a Guido Paolucci, è difficile esprimere i propri sentimenti col solo uso delle parole; si è sopraffatti da un insieme di pensieri, di rimpianti, di sensazioni profonde per qualcuno che ci manca.
Ringrazio tutti voi, Ringrazio il consiglio di amministrazione della BCC di Gradara, la direzione, la Civica università, la signora Rosetta Paolucci, e la figlia signora Laura, che abbiamo coinvolto in questa iniziativa.
Ringrazio di nuovo tutta la famiglia del professore e tutti coloro che hanno reso possibile questa manifestazione.
Sono commosso, ma felice per tanta partecipazione; una giornata davvero straordinaria.
Nell’avviarmi alla conclusione, voglio congratularmi con tutti i giovani vincitori di questa borsa di studio, auspicando altri successi nello studio e nella vita.
Vorrei che per loro, Guido Paolucci potesse rappresentare un fulgido esempio da seguire in campo professionale, sociale e culturale, ma soprattutto essere considerato un grande maestro di vita.
di Fausto Caldari Presidente della BCC di Gradara