Sono tutti gradaresi volontari, inquadrati nella “Corte Malatestiana”, sono diretti da Erika Smacchia ed Ivan Giusini. Il responsabile del gruppo “tamburini” è Giorgio Giusini, dei “mangiafuoco” è Giuseppe De Biagi, mentre Elga Matteoli e Marina Bailetti sono responsabili dei costumi.
Per fare rivivere l’atmosfera del Rinascimento, sarebbe auspicabile un trasformazione generale: bisognerebbe dotare tutti i residenti che circolano ed operano entro le mura del paese, di abiti ispirati al ‘500. Abiti da lavoro di fattura semplice e pratica, con i quali si dovrebbero abbigliare anche i bambini che giocano, gli artigiani che lavorano e le donne intente ai lavori domestici.
Nel corso di manifestazioni e di grandi affluenze di pubblico, bello sarebbe veder circolare coppie di dame con i sontuosi abiti di corte che passeggiano in mezzo alla folla, prestandosi a farsi fotografare da e con i turisti.
Altra accortezza, cambiare l’aspetto troppo moderno di tanti esercizi pubblici, l’abbigliamento dei commessi, camerieri, baristi, osti ed addetti, nonché adeguare nella grafica e nel linguaggio le insegne. Molti ristoratori, saggiamente, lo hanno già fatto da tempo, distinguendosi dalla massa e donando tono al proprio locale.
Se poi ci si specializzasse anche con un menù rinascimentale, il successo, di cassetta, sarebbe completo. Per il lavoro di approntamento dei costumi non ci dovrebbero essere grandi difficoltà nel reperimento di modelli e disegni delle varie categorie di personaggi.
Per fare tutto ciò, indubbiamente, si andrà incontro a qualche piccolo sacrificio iniziale. Un primo sostegno, comunque, potrà essere recepito presto dagli effetti della pubblicità, la pubblicazione, su centinaia di depliant degli elenchi e prerogative degli esercizi coinvolti, che verranno diffusi in continuazione, ovunque, procurando agli interessati un ritorno pubblicitario e di richiamo incalcolabile.
A proposito dell’importanza di certe piccole attenzioni da parte dei residenti, il prof. Pantaleoni, presidente fino a qualche anno fa della Pro-loco di Mondavio, allo scopo di rinverdire l’aspetto originario del bel centro fortificato fatto erigere da Giovanni Della Rovere, poi passato a Piccolomini e quindi a Malatesta, convinse gli abitanti del borgo a rimuovere tutte le infrastrutture moderne, a raschiare gli intonaci e a ridare al paese l’aspetto originario. A questo scopo venne pure costituita un’impresa specializzata nei lavori nei lavori necessari.
Sergio Tomassoli