– I lavoratori dello storico pastificio Ghigi sono scesi in sciopero per difendere l’occupazione e l’Accordo di Programma lo scorso 26 gennaio. L’azienda (guidata da una cooperativa un tempo legata al Partito repubblicano) sottoscrisse un vantaggioso accordo con la Provincia di Rimini (guidata dal diessino Nando Fabbri), nonostante le forti perplessità dei Ds della Valconca.
Forse si potrebbe dire tutto previsto. Previsto che l’azienda non avrebbe rispettato gli accordi sottoscritti. Quando la Provincia di Rimini approvò definitivamente lo spostamento della Ghigi a San Clemente (su un immenso lotto pagato ad un prezzo non di mercato), la strasformazione del vecchio pastificio in spazi commerciali, uffici e residenziale, più oltre 5 milioni di euro sotto forma di acquisizioni di sale e salette nell’ex stabilimento ristrutturato, Giuseppe Sanchini, oggi sindaco di Saludecio, allora consigliere provinciale di maggioranza, nonostante il voto favorevole, avanzò dei dubbi eccoli.
Sanchini: “Noi ci rendiamo conto che di fronte ad un’operazione così grande non ci possiamo tirare indietro e non possiamo dire di no perché è una cosa importante, come è stato detto più volte, per tutta la Vallata, è una cosa non indifferente da un punto di vista economico, può essere il rilancio del pastificio può, diciamo può, non è detto che lo sia può essere il rilancio di Morciano, anche se sinceramente Morciano è già lanciato ai 100 all’ora, non è che lo vediamo fermo, perciò sappiamo che non ci possiamo tirare indietro di fronte a questa cosa.
Però io, di fronte a queste cose, rimango male, perché secondo me il ruolo del Consiglio va rispettato in pieno, va rispettato in tutta la sua forma istituzionale e gli accordi non vanno firmati prima, perché sinceramente mi può sembrare anche una ‘presa per i fondelli’, per non dire peggio.
In questa sede io dico che voto a favore all’accordo, anche se sicuramente poteva passare qualche altra volta in Commissione, poteva essere visto meglio, noi Consiglieri potevamo incontrare anche i dirigenti del Consorzio di Sviluppo Agricolo che non abbiamo mai visto, potevamo guardare meglio la cosa, non arrivare in Consiglio, come ha detto qualcuno della minoranza, costretti a votare una cosa, perché in fondo è una cosa che può essere anche giusta, però, per arrivare a questo punto, le cose bisogna costruirle anche con noi, non solo con degli accordi che volano sopra di noi”.