“Mancato rispetto dell’accordo di programma. Con l’azienda in grave crisi. C’era una volta: “Per mangiare sano, pasta Ghigi Morciano”
– “Per un mangiare sano, pasta Ghigi Morciano”. Era lo slogan con il quale nei primi anni Sessanta si chiudeva il messaggio promozionale che scivolava durante Carosello, la mitica pausa pubblicitaria della Rai.
Oggi, purtroppo, il marchio è in ginocchio. Nonostante gli aiuti economici e urbanistici concessi dal pubblico (Provincia e Comuni di Morciano e San Clemente), sembra che i dirigenti del pastificio non sappiano più che cosa fare. E forse vale un’altra riflessione, le aziende in difficoltà è meglio non aiutarle, perché trascinano anche gli altri nel burrone, un po’ come prestare danaro agli amici.
La situazione è talmente avanti che ad un solo tavolo, in maggio, si sono ritrovati Provincia di Rimini (con il presidente Nando Fabbri, il più vivace paladino dell’accordo, il suo vice, Maurizio Taormina), i sindaci Giorgio Ciotti e Cristian D’Andrea (Morciano e San Clemente), le organizzazioni sindacali e una delegazione dei lavoratori.
La nota fuoriuscita dal vertice: “L’azienda sta attraversando infatti un momento di gravissime difficoltà, di cui sono soprattutto i lavoratori a pagare il prezzo, non ricevendo il salario da marzo e rischiando di perdere il posto di lavoro (sono quindici le procedure di messa in mobilità già attivate dall’azienda)”.
E continua: “A ciò si aggiungono il mancato rispetto delle clausole degli accordi di programma sottoscritti per il trasferimento dello stabilimento produttivo nell’area industriale di San Clemente e l’evidente incapacità di mantenere una presenza qualificata sul mercato. Una situazione allarmante rispetto alla quale Provincia, Comuni ed Unione dei comuni chiedono con fermezza all’impresa risposte chiare e non evasive per risalire una china ormai pericolosamente ripida. La Ghigi, secondo le amministrazioni locali, deve dare segnali convincenti e non più rinviabili soprattutto su due punti: il mantenimento del livello occupazionale e la volontà di un’intesa con i lavoratori, e l’effettiva conferma del trasferimento a San Clemente degli impianti”.
E chiude: “Provincia e Comuni sono inoltre convinti che l’azienda abbia migliori chance di superare l’attuale fase di stallo se saprà rafforzare la propria compagine societaria e mettere in campo un organico manageriale all’altezza delle impegnative sfide cui la Ghigi è chiamata a far fronte”.
Critiche anche dalla politica morcianese. Mario Garattoni, Lega Nord: “Sto guardando, da spettatore, una situazione incomprensbile, quasi come il tentativo di farla fallire. L’azienda ha tutto l’interesse ad andare nel nuovo stabilimento di Sant’Andrea in Casale, per vendere poi gli immbili morcianesi; se non lo dovessero fare, butterebbero via un valore immobiliare importante. I dubbi li avevo fin dall’inizio sulla costruzione del mangimificio e del mulino; era già fuori dalle logiche di mercato, cose che diversi dipendenti conoscevano già. Era meglio trovare altrove l’alternativa per i lavoratori. Il protocollo d’intesa fu molto laborioso, che per tre volte venne modificato dal Comune di Morciano. Adesso sono iniziati i giochini elettorali morcianesi e Battazza attacca il protocollo sulla Ghigi, dimenticando che è stato approvato dalla Regione, dalla Provincia, dai sindacati, tutti suoi compagni di partito”.
“Inoltre – continua Garattoni – non è indecente che cosa si va a fare a Morciano dove c0’è lo stabilimento, ma lo sviluppo di Sant’Andrea in Casale. Hanno infilato in un’area residenziale e sportiva, i capannoni produttivi, quando per logica, buon senso e risparmio non andava fatto”.
Feliciano Merli, Forza Italia: “Non posso esprimere un giudizio, per la semplice ragione che non conosco nei dettagli gli accordi sottoscritti tra l’azienda e le parti pubbliche. Credo, però, che industria e posti di lavoro debbano essere salvaguardati”.
Chi ha certezze è Claudio Battazza, segretario dei Ds della Valconca: “Il nostro partito a Morciano è sempre stato contrario. Abbiamo soltanto provocato guasti, sia a Morciano e sia a Sant’Andrea, dove si dovrebbe trasferire”.
Con l’operazione Ghigi perdono tutti: i politici (troppo generosi, perché), l’azienda (troppe richieste, perché), i cittadini (troppi disagi, sia a Morciano, sia a Sant’Andrea, perché?). E perché le altre aziende del territorio non ricevono le stesse attenzioni?
Allo stato, l’azienda non riesce a mantenere i patti sottoscritti, che le davano molti diritti.