“Gianén e i barattoli di sardine in salamoia per l’inverno”
– Gianén a undici anni aveva già fatto il Murè ( il piccolo della barca) per alcuni giorni con suo padre, solo d’estaste, perché doveva ancora finire la scuola elementare. Ora suo padre non andava più a pesca di sardine, ma a sfuièra (pesca sogliole-triglie, ecc.), per cui toccava a lui farne la provvista per l’inverno. Alla fabbrica aveva rimediato i barattoli nuovi di latta e dal tabaccaio aveva acquistato il sale.
Ora doveva procurasi le sarde un po’ per giorno, circa 20 kg, e non aveva soldi. Se li doveva guadagnare. Tutte le mattine andava al porto a caricare le casse e tornava a casa con il cestino pieno di sardine, ma per riempire tutti i barattoli che intendeva fare lui ce ne volevano molte, prima che la pesca dei sardlér finisse.
A casa aveva la mamma, la nonna e le sorelle piu piccole. Le sardine sotto sale d’inverno erano un buon aiuto alimentare perché piacevano a tutta la famiglia, con la piada, con le minestre, le erbe, ecc. Come sapeva farle lui venivano così buone che dicevano: “sembra prosciutto”.
Gianén ne prendeva una manciata, le puliva con uno straccino di tela, e le metteva una vicino all’altra ben pressate e sopra ogni strato spargeva uno strato di sale e sopra ancora due sassi grandi per premere. Quando dovevano mangiarle ne prendeva una manciata dal barattolo dell’anno prima, le puliva una ad una con uno straccino, gli toglieva la spina e tutto il di più e le metteva a bagno nell’aceto e poi nell’olio fino al momento di mangiarle.
Mentre era lì a rimboccare i barattoli, una sera decise di andare a pesca. Lasciò un biglietto a casa e andò a nascondersi nella barca del suo miglior amico sardlér. Saltò fuori quando erano a qualche chilometro dal porto. I mariani non lo sgridarono ma lo fecero lavorare tutta la notte: “vuoi molte sardine per finire tutti i tuoi barattoli? guadagnatele”.
Ma Gianén non soffriva, gli piaceva quel lavoro e forse lo avrebbe fatto da grande. Era bello stare di notte in mezzo al mare con i suoi amici e tanto pesce da sistemare.
Per pagarlo del lavoro gli diedero le sarde a volontà che bastarono per riempire tutti i barattoli che si era prefissato. Il capitano del porto lo ammonì: “non si va in mare senza permesso”.
Gianén era troppo felice della sua opera. Domani tornava il babbo e avrebbe visto cosa era stato capace di fare. Suo padre rimase meravigliato della quantità di barattoli riempiti e ne parlò a lungo con tutti i marinai del porto.
di Antonio Barbieri