Frate francescano, vissuto a cavallo tra il ‘700 e l’800, ha al suo attivo oltre 1.000 opere. Forse la sua tela maggiore in provincia di Rimini si trova nella chiesa di San Biagio, Saludecio. Pittore d’arte sacra che causa Napoleone si dedicò a cose mondane su commissione dei giacobini suoi estimatori
LA CULTURA
– “Un grande pittore sconosciuto presentato alla comunità”. Con queste pennellate Pier Giorgio Pasini mette a fuoco la figura di Atanasio da Coriano, un frate pittore vissuto 94 anni, dal 1749 al 1843.
Tra i maggiori studiosi di storia dell’arte della provincia di Rimini, le ricerche di Pasini hanno dato dignità, popolarità e restauro a molte opere importanti del territorio. Dunque, il suo giudizio è autorevole.
Il pittore di Coriano è il libro strenna 2008 della Banca Popolare Valconca; presentato a Rimini lo scorso 5 dicembre nella prestigiosa Sala del Giudizio del Museo della Città, forse il maggiore della Romagna.
“Per noi – ha raccontato Massimo Lazzarini, presidente dell’istituto di credito – oramai l’appuntamento con l’arte è diventata tradizione. Quello di quest’anno è il 17° ed è una collezione di storia locale. Siamo partiti dalla Valconca e dal Riminese, per poi ampliare il nostro raggio di interesse. La collana potrebbe arricchirsi con altri titoli, magari attingendo fuori dal nostro territorio; abbiamo due teste di ponte, ben inteso le nostre filiali, a Savignano, provincia di Forlì-Cesena e Fano, Pesaro. Con questi volumi abbiamo dato un contributo importante alla memoria del nostro territorio”.
Fra Atanasio (al secolo Francesco Antonio Favini) nasce a Coriano nel 1749; a 15 anni entra nell’ordine dei francescani, probabilmente su influsso della famiglia. A 16 veste l’abito nel convento delle Grazie di Rimini. Studia pittura a Parma, una città permeata dagli insegnamenti del Correggio e “dover si predilige la tradizione accademica”. Vi resta 5 anni, poi si trasferisce a Bologna per altri 18. Quelli bolognesi sono anni molto intensi, viaggia in Italia per imparare: Milano, Mantova, Cremona, Pordenone, Venezia. A Roma va alla bottega di Pompeo Batoni, un ritrattista molto in voga e apprezzato dai nobili che scendevano in Italia per il classico grand tour (da dicembre a marzo a Lucca si tiene una personale del Batoni).
Grazie al talento, il suo ordine lo invia in molte città italiane per restaurare e dipingere tele a tema religiosi.
La sua vita viene stravolta dal vento di Napoleone Bonaparte, che annulla gli ordini religiosi ed ordina che i prelati facciano ritorno nelle province di provenienza. In quegli anni, gli “odiati” giacobini gli commissionano dipinti a sfondo mitologici; si trovano a Macerata, Tolentino.
Con la caduta di Napoleone, Atanasio rientra nell’ordine, ma non più a Bologna ma a Macerata dove vive il resto della vita. Oltre ad avere una buona mano, l’uomo è pio, caritatevole, sa farsi voler bene. Tanto che un anno dopo la morte, gli dedicano una biografia che viene stampata a Napoli.
Durante i suoi lunghi e tormentati 94 anni, ha dipinto molto, circa 1.000 opere, ma poco si trova in provincia di Rimini. La sua scoperta è dovuta al professor Pasini. Che lo ricorda così: “Incontro il suo dipinto, molto rovinato, sull’altare maggiore della chiesa di Saludecio. Strano, sembrava del 1600 . Nell’archivio parrocchiale c’è un carteggio fra il pittore ed il prete di Saludecio, don Fronzoni, un uomo intelligente”.
Delle tante tele attribuite a Atanasio da Coriano, solo due sono state restaurate. Il volume sarà presentato a Coriano il prossimo 20 gennaio nel nuovo teatro.