IL PUNTO
– Pd in frantumi. Anzi, non esiste più. Di fatto un guscio vuoto. Buona parte della sua classe dirigente l’ha lasciato. Ha fondato un’associazione e si preparara a dare battaglia con una lista civica contro Stefano Giannini, il candidato ufficiale del Pd a sindaco del prossimo 7 giugno, uscito vincitore dalle primarie dello scorso 17 gennaio contro Antonio Magnani, il sindaco in carica.
Alcuni artefici. Antonio Semprini, per via dell’età, del prestigio, delle idee, uno dei padri nobili della sinistra misanese, sindaco dal ’70 all’80. Sergio Morotti, sindaco Pci dall’80 al ’92. Antonio Magnani, attuale sindaco. Con loro buona parte del gruppo consiliare e della classe dirigente.
Morotti, che cosa è successo?
“Insieme ad un gruppo siamo usciti dal Pd e ci siamo costituiti in associazione. Ci rifacciamo ad alcuni principi fondamentali della cultura della sinistra, direi dei valori dell’uomo. Principi e valori che non ci sono più in questo partito, poco a livello nazionale, meno ancora a livello locale. E’ un partito che non discute più con nessuno e non ragiona su niente. Atteggiamento che non va bene per un partito che si rifà al centrosinistra”.
Come vi muoverete?
“Credo che nel giro di pochi giorni sappiamo quale strada intraprendere. Se le condizioni ci sono, e mi paiono che ad oggi (7 aprile, ndr) ci siano possiamo presentare anche una lista civica alle prossime elezioni comunali”.
Con chi la volete fare l’eventuale lista civica?
“Prima dei partiti, vogliamo coinvolgere i misanesi. Vogliamo elaborare un programma con al centro i misanesi ed il territorio. Vogliamo coinvolgere le persone più disparate, oramai lontane dalla politica. Naturalmente vogliamo coinvolgere nel progetto tutti i partiti della sinistra, che non possono non essere indifferenti”.
Che cosa contestate a Stefano Giannini?
“I nostri problemi non sono con lui. Gli riconosciamo la vittoria anche se può essere criticato il modo con cui è avvenuta. Ma del candidato a sindaco non ci è piaciuto il percorso del suo programma, fatto nelle segrete stanze, senza confronto con gli iscritti. Personalmente non lo conosco. Poi non c’è condivisione neppure sul metodo adottato per la costruzione della lista. Non dico che ci volessero le primarie per scegliere gli uomini da inserire, però i nomi dovevano ucire dalle assemblee dei circoli, tenendo conto delle capacità, del valore morale e del territorio”.
Quali sono i suoi valori politici?
“Governare bene, passando dalla coerenza, l’onestà intellettuale, il rigore. Soprattutto, la politica deve essere al servizio della comunità”.