Molte cose sono state dette, ma ultimamente, soprattutto dagli amministratori della Valconca, si manifesta il timore di veder ridefinite le priorità sul territorio provinciale. Revisione che molti temono sbilanciata nei confronti dei nuovi “concittadini”. Non nascondo che questo timore ha pervaso anche il sottoscritto nel corso della scorsa legislatura. Ma oggi siamo andati avanti e bisogna prenderne atto e attrezzarsi di conseguenza.
L’allargamento della Provincia a 27 Comuni cambierà le dinamiche e le azioni per raggiungere gli obbiettivi strategici che il nostro territorio provinciale si è dato da quando Rimini è diventata Provincia e che, va precisato, l’allargamento non mette in discussione.
Restare quindi ancorati a vecchi schemi, ma anche a vecchie rendite di posizione, non permetterà di sfruttare le opportunità che ha insite in se l’allargamento della Provincia. Sarebbe come se negli anni a seguire il 1989 si fosse preteso di interpretare l’Europa come se ci fossero stati ancora il muro di Berlino e il Patto di Varsavia.
Personalmente credo che vada rimossa la chiave di lettura, classica, proposta da più parti, di una provincia articolata in Vallate o in zone -Nord Sud-. Se ci si ferma a questa articolazione è evidente che la Vallata Sud ne esce indebolita sul piano dell’estensione territoriale, del numero di abitanti e dei propri rappresentanti nella conferenza dei Sindaci. Se invece introduciamo una chiave di lettura basata sull’ articolazione Costa Entroterra, appare subito evidente che è l’Entroterra a guadagnarne. L’Entroterra incrementa la propria estensione territoriale, il numero degli abitanti, i propri rappresentanti nella conferenza dei Sindaci. Su questa base, se si vogliono cogliere le opportunità dell’allargamento, la classe dirigente diffusa dell’Entroterra dovrà saper orientare i propri progetti di sviluppo territoriale incalzando gli enti superiori. Faccio presente che non sto inventando nulla di nuovo, già abbiamo sperimentato a Rimini due progetti esclusivamente dedicati all’Entroterra, riminese e non solo, che hanno dato una direzione di marcia. Mi riferisco al progetto provinciale Insediamenti Malatestiani e a quello interprovinciale Signoria dei Malatesta e del Montefeltro. Tali progetti hanno messo in campo risorse significative, pubbliche e private, che hanno contribuito a qualificare il nostro Entroterra e, in alcuni casi, ad orientare l’economia verso funzioni alte quali il turismo Ambientale, Culturale ed Enograstronimico.
Da subito dunque bisogna rimuovere l’atteggiamento ostile nei confronti di questi nostri nuovi “concittadini”, incontrarli, conoscerli; potremmo avere la gradita sorpresa di trovarli più affini a noi, per cultura, interessi e responsabilità, di tanti altri che frequentiamo da più tempo.
Sergio Funelli,
capogruppo Pd in Consiglio provinciale