– Quello con i ponti è per San Clemente un rapporto conflittuale. Non è che siano grandi corsi d’acqua quelli da superare, ma che si parli di Rio Acqua Viola, o del quasi fiume Conca scavalcarli molto spesso è un problema. A Sant’Andrea ad esempio ce n’è uno che viene rifatto un anno sì e uno no. Per il cittadino normale è difficile capirne la ragione. Così come i cittadini normali, quelli che fanno e si fanno domande “populiste” e quindi presumibilmente poco intelligenti, si chiedono come andrà a finire con quell’altro ponte che dovrebbe collegare due strade perfettamente asfaltate e di nuova costruzione ma che, raccontano i soliti meschini, sembra sia stato mal calcolato e quindi si trovi disassato rispetto ad una di esse. Caspita, fosse vero di chi sarà la colpa?
Dei software utilizzati? I “populisti” non lo sapranno mai naturalmente, ma sono liberi di immaginare chi pagherà la “correzione”.
Poi c’è il grande ponte sul Conca, del quale si parla da quando coi pantaloni corti si andava a prendere le anguille nella genga del fiume e che, adesso che siamo pronti per la pensione o quasi, forse riusciremo a vedere e percorrere. Intanto possiamo ammirarne le gigantografie ai bordi delle strade.
Ma c’è un ponte che costerebbe pochissimo alla collettività, un ponte piccolo e bastardo che sopravvive al tempo e all’indifferenza perché ha una caratteristica straordinaria rispetto al tanto che si costruisce attorno a lui: è utile. Il piccolo Ponte dell’ ex frantoio Asmara, quello che in fondo a via Cerro consente di attraversare il Conca e conduce a Pianventena ne ha passate di tutti i colori. Col tempo ha cambiato aspetto, ha abbandonato i tozzi piloni su cui erano poggiati resti di ponti Bailey lasciati dalla guerra, per adagiarsi sul letto del fiume garantendo lo scorrimento della acque e l’attraversamento del fiume. Una piccola colata su un paio di tubi in cemento che si sposa incredibilmente con l’ambiente circostante alla faccia di tanti progetti di famosi architetti.
Tanti i lavoratori che percorrono quei trenta metri sconnessi e troppo spesso volutamente mal mantenuti dalle amministrazioni. Ufficialmente per problemi di sicurezza: non ci sono calcoli e norme rispettate e se succede qualcosa? Ma sono numerosissimi quelli che preferiscono rischiare qualche sospensione perché per loro risulta comunque conveniente se pensano al risparmio di chilometri e di tempo nell’arco della giornata, della settimana, dell’anno. E’ conveniente anche rispetto alle bili ingrossate dai camion con o senza betoniere ed ai mezzi agricoli ben più pesanti dei 35 quintali consentiti su quella strada. Mezzi spesso larghi come la carreggiata alla guida dei quali operatori principi dell’egoismo costringono a lunghe file ed a sicuri ritardi decine di impiegati e operai, generando, loro sì, vere situazioni di pericolo che però non sono una preoccupazione per nessuno. Ma da un paio d’anni, in corrispondenza coi mondiali di motociclismo, il piccolo ponte bastardo diventa bello.
Con uno spruzzo di catrame e ghiaino si lascia percorrere da un mare di automobili e da qualche arrogante con quello che di lì non dovrebbe passare. Però lui, l’adorabile bastardo, non fa una piega fino a quando il Conca non si ricorda di essere un fiume e in poche ore lo sommerge e lo deturpa.
Quando le acque si ritirano e il ponte torna appena percorribile il tam tam diffonde la voce “nella Conca si passa”, e allora tutti tornano sulla sua schiena ricominciando ad imprecare quando la macchina striscia il fondo sui sassi e il frullare della carrozzeria rischia di riproporre il cappuccino e la brioches appena ingozzati in fretta e furia.
Non basteranno domande e recriminazioni ai politici perché finché non torneranno i mondiali il ponte resterà solo un ciotolato percorribile a fatica. Quando invece sarà l’ora delle moto a Santamonica, allora un omino (ci piace pensarlo così!) in barba alla regole, con una carriola e un po’ di catrame arriverà e renderà il ponte di nuovo bello. I lavoratori ringrazieranno l’omino ogni volta che passeranno sul ponte, perché in fondo per lui loro contano, mentre per gli altri, gli amanti della sicurezza, contano solo quelli coi biglietti del gran premio.
Claudio Casadei