Ci sono dei ragazzi, un parcheggio, tanti motorini e qualche macchina. I sabato sera e i pomeriggi passati a diventare grandi. Come tutti gli adolescenti imparano a fare, amici l’uno con l’altro come solo i ragazzi buoni di spirito sanno essere. Sono un gruppo.
È l’età in cui finiscono i giochi e cominciano le storie serie. Ognuno di loro canta una canzone, nessuno stona se canta insieme agli altri, perché l’armonia è complice delle meraviglie agli occhi di giovani che maturano.
Poi la canzone sembra interrompersi, uno strappo, come se la testina di un giradischi avesse fatto un salto, una violenza alla melodia dolce, un graffio su un disco che non si cancella. E qualcuno smette di cantare.
La musica piano piano comincia a cambiare. I giorni passano e le canzoni diventano sempre più diverse tra loro. La complicità che crea nuove strade, e i singoli pentagrammi di ognuna delle loro esistenze smettono di essere uno spartito.
Giorno per giorno, quasi inconsciamente, era mutata la percezione che l’uno dell’altro avevano. Dopo quel graffio ma non a causa di esso.
Il graffio sul loro disco è una cicatrice che si portano nel cuore, per alcuni più profonda, per altri forse meno dolorosa o semplicemente più facile a rimarginarsi.
Dieci anni fa ognuno di loro avrebbe giurato che nessuno e nulla mai avrebbe cambiato, interferito, rotto quel cerchio di vite. Una catena più forte di quelle che legavano Sansone, una muraglia più alta della cinta di Babilonia. A 16, 18, 20 anni non è superbia, solo amore.
Simona e Luca hanno smesso di cantare proprio quando il canto diventava più forte e più bello. Sono passati dieci anni, cifra tonda che sembra significare più di tutte le altre nove, l’11 e 12 dicembre due date che ci ricordano come eravamo. Luca e Simona però ce lo ricordano ogni giorno, anche a quelli che non se ne rendono conto perché la cicatrice non fa più male. Dalla loro casa nel cielo, sono l’immagine più limpida della loro età, che è anche la nostra. Ci ricordano com’è bello avere qualcosa da cantare, dei versi da ricordare, una passione da vivere, con accanto esattamente chi ci aspettiamo di trovare. Ragazzi, da dieci anni ci voltiamo, e accanto a noi non vi vediamo più. Ma sappiamo che basta alzare lo sguardo, per ricordare com’era bella quella canzone.
In motorino, Simona e Luca furono investiti da un’auto sul cavalcavia dell’autostrada a San Giovanni. Morirono prima del tempo il 12 dicembre ’98.
Matteo