IN RICORDO
di Raul Adami
– E’ mancato il 28 settembre scorso, all’età di 77 anni, Felice Santoni, conosciuto da tutti come “Cino”, cattolichino puro sangue da infinite generazioni. La sua vita è stata pienamente vissuta in tutte le sue fasi, complice un fisico atletico ricco di risorse, adatto, soprattutto, per un completo sport come il canottaggio.
La chiamata alle armi, come per quasi tutti gli abitanti della costa, non poteva che essere in Marina e naturalmente fu subito assegnato alla Marina Sport di Sabaudia.
Era l’anno 1955, gli allenamenti e le gare internazionali impegnavano gli equipaggi delle varie imbarcazioni con intensi appuntamenti in vista delle prossime Olimpiadi australiane, in programma a Melbourne nell’ottobre del 1956.
“Cino”, capovoga dell’otto della Marina, è stato più volte selezionato nella nazionale azzurra quale componente della barca più prestigiosa, ottenendo risultati di particolare rilievo.
Un banale incidente, la rottura d’un remo con conseguente infortunio, ha compromesso la sua sicura presenza all’Olimpiade. Congedatosi, ha ripreso la sua vita di mare accanto al padre Marino, incrementando l’economia ittica di Cattolica, sugli storici pescherecci “Ciliegia” e “Gadolino”, ancorati nel locale porto.
Negli anni ’60/’70 la riviera Adriatica è stata invasa dal turismo straniero e la richiesta del personale in spiaggia, magari con super “carrozzeria”, si è intensificata.
Tale appetitoso richiamo, non è stato inascoltato da “Cino” che, sbarcandosi solamente all’estate, ha intrapreso l’attività del Bagnino.
Il suo tradizionale capanno, denominato “Bagni 107”, gestito in cooperativa, era un punto di riferimento per piacevoli conversazioni accompagnate da gigantesche “rustide” tra Cino, Ciboj, Silvio, Quarto Bronzetti, Natalino, Cagnet, Colombo, Sergio, Elmo, Piter e mamma e tanti altri cattolichini, misti ai villeggianti che trascorrevano più all’ombra che al sole le preziose e divertenti giornate.
Verso il 1990, “Cino” prende la decisione di staccare, sia con il mare che con la spiaggia, godendosi giustamente il tempo avvenire, con passeggiate giornaliere al porto e al Circolo Arci di Cattolica. Purtroppo, l’anno scorso gli viene diagnosticata un’imperdonabile malattia, conclusasi appunto con la sua dipartita a fine settembre.
“Cino” aveva un carattere forte, come i veri uomini di mare, allo stesso modo buono e generoso, godeva di vera stima nell’ambito degli Atleti Azzurri dove, nell’Assemblea di Cattolica anno 2001, fu premiato con targa d’onore.
Alla sorella Delia, al fratello Giorgio e ai nipoti, con tutti e tanti amici, non resta altro che ricordarlo Felice come il suo battesimale nome. Amen.