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Home Località San Clemente

D’Andrea, vorrrei un comune meno burocratico

Redazione di Redazione
13 Aprile 2010
in San Clemente
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
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L’INTERVISTA

di Claudio Casadei

– Christian D’Andrea è al secondo mandato da sindaco. In che cosa è cambiato San Clemente negli anni della sua amministrazione?
“Credo che il risultato elettorali dello scorso giugno sia un mandato netto e preciso. La linea di chiarezza su alcuni temi ha pagato, così come credo abbia pagato la scelta di aver ben definito l’importanza e la priorità di alcune opere. Inoltre, credo che il nostro modo di comportarci, la nostra disponibilità e la perseveranza dell’amministrazione comunale sia stata il volano per la nostra riconferma.
La realizzazione di opere pubbliche che hanno abbracciato l’intero territorio e la programmazione per gli anni futuri sono stati i punti di forza. Certo, siamo consapevoli di operare in un quadro difficile e pieno di ostacoli; da troppi anni i comuni sono soggetti a vincoli e tagli di risorse che costringono qualunque amministratore a dover fare scelte anche impopolari.
Il più grande rammarico è certamente non riuscire sempre a spiegare quanto la burocrazia incida sul fare. Vorrei avere le possibilità di dimostrare più efficienza e celerità come spesso i cittadini ci chiedono e che anche noi vogliamo”.
Uno dei traguardi superati è stato quello dei 5.000 abitanti, quali i lati positivi e quali i negativi?
“Un comune che cresce porta con sé sempre maggiori possibilità; di visibilità, di sviluppo, di investimenti, di lavoro. Nei prossimi anni ne vedremo il frutto. Certo, con una iniezione di così tanti abitanti c’è il rischio di perdere l’identità e non lo dico per motivi di retrogrado campanile ma perché una comunità, per svilupparsi con coerenza e rispetto di tutti, non deve dimenticare le proprie tradizioni che hanno creato ciò che è la Romagna oggi, una terra non proprio da buttare.
La creazione di strutture fisiche per incontrarsi e per aggregarsi rappresenteranno le fondamenta per la San Clemente che vedremo fra dieci anni”.
San Clemente è spesso portato ad esempio negativo di sviluppo urbano. A dire il vero non è necessario abitare lontano per accorgersene, ma è anche vero che nell’era D’Andrea l’arroganza dei costruttori è stata un po’ frenata. Quali altre sorprese, positive finalmente, ci dobbiamo aspettare?
“San Clemente ha vissuto, come del resto tutti gli altri comuni della provincia, una fase di intenso sviluppo. E’ stato un ciclo, che ora si è concluso, in cui una particolare congiuntura economica ha portato ad un forte incremento dell’edilizia. Oggi dobbiamo pensare che questa fase è alle spalle. Il futuro sarà rivolto meno al guadagno, seppur legittimo, e di più alla risoluzione di esigenze di tipo familiare e alle esigenze di tipo strategico per il nostro territorio. Per dare un senso a ciò che ormai è stato, e mi riferisco per l’appunto al notevole sviluppo urbanistico di San Clemente, lo strumento migliore è quello di fermarsi a ragionare per organizzare nel modo migliore il risultato di questi anni.
Le prossime scelte in campo urbanistico – edilizio che effettueremo col nuovo Piano strutturale guardano in questa direzione e vedranno un legame fortissimo fra nuove costruzioni e nuovi servizi”.
Viabilità. E’ indubbio che le strade di San Clemente qualche problemino ce l’abbiano. Al di la di situazioni folcloristiche con vie divise a metà da catene o reti, o cartelli come via Gorguccia nascosto tra i rami di un albero all’ingresso di una carraia che muore nei campi, non considerando le nuove vie c’è un progressivo deterioramento di quelle storiche. La manutenzione latita e ciò nonostante i soldi non ci sono. Ma quelli raccolti con Ici ed altri tributi non avrebbero dovuto migliorare la situazione?
“Il nostro è un comune con oltre 20 km quadrati di territorio; siamo ben coscienti che tante strade avrebbero necessità di manutenzione e che, in alcuni casi, alcuni tratti sono anche pericolosi. In tal senso sono ormai diversi anni che investiamo circa 150.000 euro all’anno per la manutenzione e, nonostante ciò siamo ben coscienti che servirebbe un programma molto più consistente. Il nostro comune non ha, ad oggi risorse sufficienti per mantenere un livello adeguato tutte le strade comunali, la scelta è di ponderare gli interventi senza tagliare su altri servizi”.
Zona industriale di Sant’Andrea: le notizie che ci porta la stampa sembrano prese da scherzi a parte. Una struttura come quella che qualcuno compra per fare un hard discount della pasta. I sindacati, con la loro “credibilità”attuale hanno già detto che è un ottima idea. Lei ci crede?
“Preliminarmente distinguerei tra l’intera nuova zona produttiva e l’ex Ghigi, occorre fare bene attenzione a non confondere le due cose. Quest’ultima, seppur attigua al perimetro della nuova area produttiva, vive comunque di vita autonoma rispetto al resto del comparto produttivo.
Detto questo, e tornando all’argomento Ghigi, io so che oggi c’è una azienda in liquidazione, con oltre 60 persone in mobilità. Se la Consv.agri (o ex Ghigi) è oggi in uno stato fallimentare non si può certo accusare l’amministrazione di San Clemente di non aver fatto tutto il possibile; andrei piuttosto a ricercare le cause in una cattiva gestione aziendale. Ad oggi, fermo restando i parametri previsti con l’accordo di programma del 2003, stiamo valutando le varie proposte di rilancio, con particolare riferimento al comparto agroalimentare. Siccome il pubblico non intende investire delle risorse su quell’area, un privato che intende farlo con oltre 30 milioni di euro, nell’arco di dieci anni, per il rilancio è sicuramente degno di nota”.
Uno dei motivi per cui San Clemente è spesso sulle pagine di giornale, sono piccoli fatti di cronaca e arresti per micro criminalità. Ci dica che non saremo il Bronx di nessuno!
“Non lo siamo e non lo saremo. Le forze dell’ordine lavorano ogni giorno con costanza e professionalità per garantire la sicurezza dei cittadini. Non possiamo sceglierci i nostri vicini di casa e, come sempre avviene nelle buone famiglie, qualche mela marcia c’è sempre”.
Sport. L‘assessore Corrado Gaia ha sollevato un velo e dopo le urla ora regna il silenzio. Cosa è cambiato?
“Gaia ha ricevuto un mandato chiaro dalla giunta e in maniera chiara sta perseguendo questo mandato: ottimizzazione degli spazi, razionalizzazione delle risorse, né figli, né figliastri. L’obiettivo è quello di definire una linea guida di intervento sulle strutture sportive per i prossimi 10 anni. Lo sport è un fattore straordinario di crescita e di aggregazione che intendiamo portare avanti”.
Ce l’ha un sassolino nella scarpa da togliere e lanciare nell’occhio di chi le rompe le scatole?
“Chi mi conosce sa che è difficile che qualcuno mi rompa le scatole; ho ricevuto un mandato per essere al servizio della mia comunità e lo faro col massimo impegno fino all’ultimo giorno. Ho l’ambizione di poter elevare il dibattito; ho una giunta che è attiva e presente. Ma come si fa a non considerare questo un bel territorio, questa una bella gente che ci abita? Peccato per qualcuno vedere sempre tutto e tutti con una veste di negatività: il nostro è un comune all’avanguardia, organizzato, efficiente e serio”.

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