– Nel prolungamento del lungomare verso Portoverde andrebbero evitati gli errori commessi sul vecchio, il tratto che va dalla discoteca “Bobo” fino alla colonia Fusco e costato circa 5 milioni di euro. Rigore. Semplicità. Bellezza. Sono le parole d’ordine degli architetti e forse anche di tante altre professioni, se non della vita.
Il vecchio lungomare racchiude una serie di piccole sbavature. La più importante è la piantumazione. Sono state messe a dimora, dato il clima, dato il luogo (vento e salsedine) alberi che mal sopportano gli stress atmosferici. Hanno bisogno di cure ed interventi continui, che si traducono in costi alti e infiniti. Invece, andrebbero messe giù piante micragnose e arcigne in grado di resistere con baldanza agli umori della natura. Non sono molte; alcuni consigli in libertà: pioppi, i cari tamerici, ulivi di mare, oleandri (le varietà richiamano decine di colori, tanto da potersi sbizzarrire). Tutte queste potrebbero essere affiancate da colorati fiori di stagione.
All’amministrazione comunale si consiglia un professionista del verde di livello assoluto in grado di elaborare un progetto e di seguirlo poi con passione e fantasia. E dato che i consigli costano poco, si potrebbe pensare a Paolo Pejrone, un piemontese tra i massimi architetti mondiali del paesaggio. Anzi, la Misano Adriatico del turismo di dovrebbe differenziare da Cattolica e da Riccione esaltando la natura ancora vergine del suo ambiente. Oggi, soltanto con la qualità ed una forte caratterizzazione è pensabile di fare turismo a certi livelli. Misano ha potenzialità straordinarie, sintetizzabili in mare, natura e sport. Ma bisogna avere il coraggio e la forza di volare alto, di fare, andando a raccogliere il meglio. E su questo principio si vanno ad innestare tutti i cosiddetti piani particolareggiati che si andranno a costruire nei prossimi dieci anni. Se si continua con la semplice colata di cemento sul medio e lungo periodo gli alberghi si chiuderanno uno dopo l’altro. Altre che storie, retorica e favole varie che giungono dalla voce dei politici di turno che non vanno mai oltre l’interesse del proprio vaso.
Ma ritorniamo al lungomare. Le panche devono avere lo schienale. Quelle del vecchio ne sono sprovviste; sono sedili di semplici doghe. Così è impossibile leggere giornale e libri con la schiena rilassata, ma si è costretti a posture da gobbetti di Notre Dame. Senza contare il semplice fatto di godere della passeggiata e della vista mare con le braccia sulle spalle della fidanzata, moglie, o semplicemente amante.
Sbagliata la piantumazione, sbagliate le panchine, è stata sbagliata anche la pubblica illuminazione. In alcuni tratti, dei fari sparano dal basso la luce, accecando. Invece, i lampioni a forma di gabbiano, con uno strano giro di sponda, emanano una luce fioca e triste.
Con questi piccoli accorgimenti, anche se si va fuori-stile il lungomare di Misano potrebbe giocare grandi chance con i suoi ospiti.
Infine, il sindaco Stefano Giannini dovrebbe avere la forza di mettere mano a via Repubblica; mossa forse anti-popolare, ma è davvero inguardabile. L’asse commerciale principale fa tutto fuorché sognare i turisti e le categorie economiche. Basterebbe davvero poco per renderla decente. Perché come dice qualcuno dove ci sono le idee, ci vogliono davvero pochi denari. Forse in passato i tanti soldi sono stati spesi con troppa rilassatezza.