IL FATTO
– E’ cominciato tutto un anno fa, dopo che il sindaco di Gabicce Mare, Corrado Curti, ha tirato fuori dal cassetto il progetto di ampliamento del porticciolo di Vallugola. Era il 13 agosto quando con la pubblicazione della proposta targata Sviluppo Marittimo srl, cioè il duo di costruttori pesaresi Montagna-Mulazzani, è stato fatto il primo passo di quello che sembra essere un disegno premeditato di affossamento totale del Parco naturale del monte San Bartolo.
Con la sua estensione per oltre un km di costa, massicciate alte 3,5 metri sul livello del mare, strade e parcheggi lungo la falesia e con i suoi 3.200 metri quadrati di nuovi volumi, il progetto di trasformazione della suggestiva baia di Vallugola appare subito un intervento fuori contesto e affatto eco-compatibile, che aggredisce urbanisticamente un’area racchiusa all’interno di un parco naturale e segnalata tra i siti da tutelare anche dalla Comunità Europea. Incurante di una diffusa opinione pubblica critica verso gli intenti edificatori previsti dal progetto, grazie anche all’attività di sensibilizzazione del comitato cittadino Vallugola Terra Nostra, il sindaco Curti ha guidato la Conferenza di servizi del 31 marzo verso un rinvio per cosiddetti adeguamenti della proposta Montagna-Mulazzani. Neanche il parere vincolante della Soprintendenza marchigiana nettamente contraria al progetto per la sua incompatibilità paesaggistico-ambientale ha potuto bloccare gli appetiti che si sono scatenati su Vallugola.
Intanto la Regione Marche ha approvato il 2 febbraio scorso il Piano del parco San Bartolo. Nonostante in un primo momento la Giunta regionale abbia rimandato il Piano stesso ai Comuni di Pesaro e di Gabicce Mare e all’Ente parco con ben 18 prescrizioni, definendolo una <
E poi arriva in Consiglio comunale a Pesaro la proposta di una variante al Prg (Piano regolatore generale) per concedere la trasformazione di un’area di 1,5 ettari alle spalle della spiaggia di Vallugola da terreno agricolo a edificabile, in cui realizzare un parcheggio essenzialmente privato e un chiosco/ristorante di 150 metri quadrati. Dopo rocambolesche peripezie, per mancanza del numero legale nella prima seduta e con una maggioranza risicatissima nella seduta successiva, il sindaco Ceriscioli ha infine consegnato il primo tangibile atto amministrativo che avvia il saccheggio del Parco naturale del San Bartolo. Di solito dove c’è un parco naturale si allontanano le auto, ricercando soluzioni di mobilità alternativa, e si impediscono nuove edificazioni.
Prima la proposta di intervento nell’area del porticciolo di Vallugola, poi le previsioni di ampliamenti volumetrici del Piano del parco, infine terreni agricoli che diventano parcheggi privati con nuove edificazioni commerciali: azioni amministrative che sembrano corrispondere più a sollecitazioni di meri interessi speculativi di soggetti privati, che a politiche eco-compatibili di pianificazione territoriale, commentano quelli del comitato Vallugola Terra Nostra. <
E mentre in Regione e a sud come a nord di Vallugola si compiono scelte urbanistiche che finiscono per dilapidare un patrimonio di impareggiabile valore paesaggistico, naturale e culturale, la Provincia di Pesaro e Urbino lancia la sua campagna di adesione all’iniziativa del Fai (Fondo ambientale italiano) che invita a fotografare le brutture e gli ecomostri che deturpano il nostro territorio e “grazie all’archivio che si formerà, si potranno organizzare iniziative di sensibilizzazione”. Visto quel che combinano gli amministratori, sarebbe opportuno che iniziassero a sensibilizzare loro stessi.