IN RICORDO
di Francesco Gabellini
– Caro amico, ti saluto.
Com’è difficile accingersi a scrivere per ricordarti. Ancora incredulo che tu non sia più tra noi, me lo ricorda la tua immagine ancora affissa in giro per la città. Ci guardi con quella tua espressione di uomo essenziale, che sapeva imporsi senza mai prevaricare, che sapeva confrontarsi con tutti.
Ripenso inevitabilmente a quello che è stata la nostra vita, al profondo legame che ci univa, dopo aver vissuto con le nostre sorelle Elia e Maghi, il magico istante dell’infanzia e della giovinezza. Mille e mille episodi, anche le parole, che mi sovvengono ad una ad una, compongono il ricordo.
Quando l’Elia, per saltare una buca piena di fuliggine vi cadde dentro e la tirammo fuori che sembrava una negretta… quella volta che nella notte di Parigi non riuscivamo a ritrovare la via di casa e, scesi per informarci, dentro un bar trovammo Mario Tebaldi… e al Louvre quando facemmo luce con un accendino per fotografare meglio la Gioconda e fummo subito circondati dagli agenti…. quando (scimiottando il Blue Bird di Campbell ) costruimmo il Red Bird, una slitta per andare in Carpegna, e tu che nelle sere in officina stupisti tutti per la perizia nell’eseguire le saldature… quando rimasi appiedato per un guasto nella valle del Cesano e tu partisti subito col ricambio per permettermi di tornare… la barca con Franco e Luigi armatore, e nessuno capiva perchè si chiamasse Piquattro…
Poi tutti gli altri mondi vissuti assieme (escluso quello degli studi a Urbino con gli altri amici comuni): il pallone dai frati, il tennis con quel tuo rovescio da prof, le corse, il sogno della Mille Miglia. Tante passioni, ma tu sapevi interpretarle con una misura che spesso invertiva le nostre età e ti mostrava più adulto e maturo di me.
Il tuo modo di essere era sempre equilibrato, e sapevi aggiungervi un salutare pizzico di ironia. Sei stato protagonista in una epoca complessa e difficile e, malgrado la grande competizione che impera su tutto e che mette continuamente tutti contro tutti, non ho mai incontrato nessuno che non avesse stima ed ammirazione per te. Perchè le tue capacità imprenditoriali erano la sintesi della tua passione, della tua competenza, della tua saggezza.Ti saluto, caro Giorgio. Ho tanta commozione dentro di me e credo che non mi abbandonerà mai.
Francesco