Il senso di tutto potrebbe stare tutto in quell’abbraccio, sull’erba verde di un parco, tra la collina e il fiume. Stretti attorno all’idea di te, così brillante come il cielo e le poche nuvole: una cornice sbagliata, in una giornata che non avrebbe voluto lacrime. Eravamo in tanti e, per una volta, sono stati gli altri a donarti qualcosa.
Il valore di un’azione non si misura solamente dall’effetto che ottiene ma soprattutto dal cuore puro di chi la compie. E dalla gioia nello spirito dopo una vittoria raggiunta per gli altri, oppure dallo sconforto di un insuccesso. C’è tutto questo e tanto altro nei ricordi di chi ti conosceva e negli sguardi carichi di riconoscenza. Ancora nella eco di una risata che rimbomba e “che ti tirava giù la casa”. Prendo a prestito i racconti di Antonio, tuo compagno di lotta e di amicizia. Prendo a prestito quelle arance, troppo poche perché sono andate a ruba in un baleno, e l’immagine della gioia per aver raccolto denaro da donare agli operai afflitti dalla Cassa integrazione. Operai come te, che eri fiero di esserlo e di aiutare i compagni, compagni sempre e comunque, a prescindere dalla condivisione politica. E poi il tempo speso di fronte alla porta di un assessore a portare il carico di un’esigenza, l’affanno del bisogno in faccia al muso duro della burocrazia. Era il volto entusiasta di un traguardo o triste nella sconfitta, quando la perseveranza nel realizzare quell’idea di giustizia sociale doveva fare i conti con la realtà dei fatti. E tutto si leggeva sulla tua faccia, che non sapeva nascondere niente.
Così ti abbiamo ritrovato, pezzi di vita e di racconti raccolti insieme su un campo da calcio, una mattina di fine estate. Nelle parole dei tuoi amici, col cuore a pezzi, e quel saluto “Ciao Casa”, gridato con rabbia, quasi tu li abbia fatti davvero incazzare per essertene andato via così. Così ti cercheremo e ti ritroveremo, nella forza tenace di Sara e negli occhi del piccolo Enrico, che sono proprio i tuoi, stretto alla sua mamma “insieme, ora siamo solo noi due”. Insieme con la consapevolezza che loro, più di noi tutti, dovranno fare a meno di te. A pensarci sembra quasi banale dirtelo, caro Massimo: ci mancherai.
(Teo)