SGUARDI D’ARTISTA
di Annamaria Bernucci*
– L’appuntamento è alla chiesa di S.Giuseppe al Porto nel quartiere di S.Giuliano a mare, fitto di edilizia residenziale e popolare, cresciuto con urgenza nel dopoguerra. La chiesa è opera dell’ingegnere Luigi Fonti progettista di indiscussa versatilità. Nella luce pomeridiana filtrata dai colori vividi delle vetrate istoriate, in corso i riti del giovedì santo, mi viene incontro Antonietta Corsini, pittrice, una cascata scura di boccoli fittissimi, sguardo dolce e fermo, alle prese con gli ultimi ritocchi ai fondi oro della sua Via Crucis.
Nel 2010 il parroco don Mario Vannini le attribuisce la commissione, realizzata con la consulenza dell’arch. Maurizio Bellucci per definire la collocazione più idonea della Via Crucis nell’edificio.
Un anno di lavoro, di ricerche, di confronti. Il tema è arduo. Sui mattoncini a vista delle pareti laterali della grande aula della chiesa si snodano le quattordici stazioni della passione. Sono tavole (68×50) dipinte con colori ad olio stesi per velature sovrapposte con effetti di intensa brillantezza, i fondi preparati con oro, carico di effetti di rifrazione e di alto valore simbolico – la resurrezione e la gloria del signore-. Antonietta racconta dell’avvio del progetto, dell’impianto compositivo formulato privilegiando le figure principali.
“Ho lavorato- dice- sugli sguardi dei protagonisti, sul loro dialogo muto e intenso. Le composizioni sono all’insegna del realismo, del senso del vero, che è nelle corde del mio approcciarmi alla pittura. L’esaltazione del reale enfatizza la drammaticità degli eventi, del Fatto, il pathos è specchio del dolore del dio che si è fatto carne. La figura di Gesù dalla veste chiara è dolente come il suo sguardo”.
La via Crucis è un rito cristiano con cui si commemorano e si rappresentano i diversi episodi dolorosi accaduti lungo il percorso di Gesù al Golgota, ma è soprattutto un itinerario spirituale la cui carica devozionale ha origine remotissime. Interpretarne i significati, relazionarsi con le iconografie che nei secoli hanno intrecciato valori evangelici e cristiani ha sicuramente rappresentato una sfida per l’artista. Lo conferma la stessa Corsini, che ha intensificato le sue letture della storia dell’arte, avvicinandosi anche alla cultura cinematografica che ha affrontato il tema e che ha variamente interpretato l’evento culmine della cristianità.
Antonietta Corsini nel 2008 a Roma si era resa protagonista del dono del ritratto fatto al pontefice Benedetto XVI; ma le sue incursioni nel mondo dell’iconografia sacra hanno negli anni avuto altre tappe: è stata artefice di una Deposizione per la chiesa della Resurrezione a Rimini tratta dal Caravaggio e da Antoon Van Dyck, di recente ha decorato l’ambone di S.Martino in Riparotta con la stilizzazione dei quattro evangelisti; specialista in tecniche pittoriche antiche, dal 1999 continua a collaborare per le edizioni Musei Vaticani nella riproduzione delle opere d’arte dei Musei.
L’approdo alla Via Crucis della chiesa di S. Giuseppe al Porto è un punto d’arrivo di un’esperienza pittorica che è stata profondamente segnata da un particolare senso spirituale. Si ritrova anche nei suoi ritratti, quelli esposti in occasione della mostra Segreti (2005) tenutasi a Rimini alla Galleria dell’Immagine. Il suo immaginario figurativo lì era popolato dai volti dell’infanzia, colti nella innocenza e nello stupore, nello sguardo spalancato al futuro e al sogno. Volti inondati di luce e di trasparenze, sfiorati e intaccati da un elemento decorativo e visionario inconfondibile della sua pittura, è la stessa Infinita Ala come l’ha definita Antonietta Corsini che ritorna nei fondi argentei della Via Crucis, “ala che tutto copre e protegge, fuggevole e sospesa sulle nostre vite”.
*Direttrice della Galleria comunale S. Croce di Cattolica