– Nulla si può comprendere del nostro tempo moderno e, di quello che sarà, forse neppure di quello che è stato, quando si sente l’ex sindaco dire che lui non ha cementificato il territorio, ma anzi è stato un capo creativo che ha speso tutto e di più, di quel che si poteva spendere per il bene dei cittadini e che comunque prima di tutto ciò, con loro ne parlava nelle frazioni, ( può essere), ma dopo aver deciso tutto altrove.
Vedo un umorismo assoluto, nel quale si fondono sublime e ridicolo. Sublime e ridicolo, le due facce della medaglia umana, come in un successivo e fortunato aforisma tragico visto di spalle. Come l’attuale amministrazione che metterà in scena una strampalata e, alla fine sarà anche inconclusa parodia dalla pomposità accademica. L’anniversario dei 500anni di Misano. ”Misano 500”. Spenderanno soldi che non ci sono, con noiosissime pagine, facendo il verso alla pedanteria di chissà quale professorone dell’epoca, o di oggi. Alla demolizione quasi goliardica del sentimentalismo e, con perfidia, divertendosi a ricondurre ideali e passioni che allora forse erano solo spirituali.
Fino alla scenetta finale dei fuochi artificiali, che con il costo di uno solo qui, nella striscia di Gaza oggi, non 500 anni fa basterebbero per fare la pista ciclabile, per arrivare al mare di oggi senza pericolo e non solo. Non spendete parole nel dire che sono, un sotto acculturato: lo so da solo. E’ destino, peraltro, di molti culti umani vedere trasfigurata nei secoli l’energia intellettuale, e trasformarla in una cupa costruzione dogmatica: cioè in puro potere. La Misano sprecona mi piace solo a Natale, quando il sindaco, dato il clima, parla dei disabili, degli anziani, dei meno fortunati. Ecco forse quel giorno anche lui pensa agli sprechi fatti. Magari aumentando all’Ausl il contributo comunale visto i problemi degli uni e degli altri. Non dico quali (spero lo sappia).
Ma detto in parole semplici, se procedendo per frammenti, per rotture di schemi, di sprechi consolidati nel tempo, forse ci sarebbe una probabile visione, non umorista, ad un ritorno alla totalità umana.
Giorgio Pizzagalli